L’inchiesta sulla cooperativa sociale “Per Mano” di Cuneo ha svelato una trama di abusi e coercizione ben più complessa e grave di quanto inizialmente ipotizzato.
Iniziata nel dicembre 2024 a seguito di una denuncia sollevata dalla famiglia di un ospite del centro diurno “Tetto Nuovo”, struttura specializzata nell’accoglienza e nel supporto a persone con disturbi dello spettro autistico, l’indagine dei Carabinieri ha portato a un quadro inquietante di violenze fisiche, psicologiche e abusi di potere.
Le accuse mosse a carico dei 21 indagati, che comprendono dirigenti e operatori della cooperativa, spaziano dal maltrattamento in famiglia a reati di violenza privata e sequestro di persona, configurando un quadro di sfruttamento e controllo illegale sulla vulnerabilità degli ospiti.
L’escalation delle indagini, protrattasi per quasi un anno, ha portato all’applicazione della custodia cautelare in carcere per la direttrice Emanuela Bernardis e la coordinatrice Marilena Cescon, mentre altri quattro individui sono stati posti agli arresti domiciliari, con l’imposizione di 11 divieti di avvicinamento alla struttura.
Le 18 perquisizioni eseguite hanno permesso di raccogliere elementi significativi che delineano un sistema di coercizione volto a limitare la libertà personale degli ospiti, perpetrando abusi ripetuti nel tempo e aggravati dalla loro condizione di fragilità.
L’accusa ipotizza un’organizzazione deliberata, mirata a sfruttare la debolezza degli ospiti per fini non meglio specificati, in un contesto in cui la supervisione e i controlli interni sarebbero risultati inefficaci o collusi.
Il caso solleva interrogativi profondi sulla responsabilità sociale delle cooperative che operano nel settore dell’assistenza e dell’accoglienza, richiamando l’attenzione sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e monitoraggio, nonché di garantire un’adeguata formazione e supervisione del personale.
La vicenda pone, inoltre, una questione di tutela dei diritti fondamentali delle persone con disturbi dello spettro autistico, spesso prive di voce e capaci solo di manifestare il proprio disagio attraverso comportamenti non verbali.
L’inchiesta è ora in corso di prosecuzione, con l’obiettivo di accertare tutti i dettagli e le responsabilità che hanno portato a questa situazione di abuso e sfruttamento.





