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venerdì 21 Novembre 2025

Abusivismo edilizio: un’ombra lunga sul patrimonio italiano.

L’edilizia residenziale italiana si trova ad affrontare una sfida strutturale che va ben oltre la semplice quantificazione delle costruzioni irregolari.

Le statistiche, pur allarmanti, offrono solo una porzione parziale del quadro complessivo di un fenomeno radicato e multifattoriale.

Secondo recenti analisi derivanti dagli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile), che propongono una misurazione più olistica del progresso rispetto al mero Prodotto Interno Lordo, per ogni centinaio di nuove abitazioni realizzate, quindici risultano prive delle dovute autorizzazioni edilizie, configurandosi come abusi.
Questa cifra, seppur significativa, non coglie la piena portata dell’abusivismo edilizio, un’ombra lunga che si estende su un patrimonio immobiliare consolidato.

È un sintomo di una gestione urbanistica spesso inadeguata, di controlli insufficienti e, in alcuni contesti, di una connivenza silente tra operatori ed amministrazioni locali.
L’analisi territoriale rivela una marcata disomogeneità.
Il Nord Italia, caratterizzato da una maggiore pianificazione e da una cultura amministrativa più rigorosa, registra livelli di abusivismo relativamente contenuti.

Il Centro Italia si attesta in linea con la media nazionale, mentre il Sud del Paese emerge come la zona più critica, con percentuali di costruzioni irregolari che, in alcune aree, superano la metà del parco immobiliare.

Tuttavia, è essenziale approfondire le cause di questa disparità.

Nel Sud, fattori storici come la carenza di pianificazione urbanistica, la frammentazione amministrativa, la pressione demografica e le difficoltà di accesso al credito hanno contribuito a creare un terreno fertile per l’abusivismo.
Spesso, l’illegalità è alimentata dalla volontà di aggirare le normative, ridurre i costi di costruzione e soddisfare una domanda di abitazioni a prezzi accessibili, a scapito della legalità, della sicurezza e della sostenibilità ambientale.

L’abusivismo edilizio non è solo una questione di illegalità amministrativa; ha conseguenze pervasive sull’ambiente, sulla sicurezza pubblica e sulla giustizia sociale.
Le costruzioni abusive spesso mancano di adeguati standard antisismici e antincendio, mettendo a rischio la vita degli abitanti.
Inoltre, l’occupazione di suolo spesso avviene a danno di aree agricole, zone umide o aree di interesse paesaggistico, compromettendo la biodiversità e la qualità del paesaggio.

La lotta all’abusivismo edilizio richiede un approccio integrato e multidisciplinare, che coinvolga tutti gli attori del territorio: amministrazioni locali, magistratura, forze dell’ordine, professionisti del settore e cittadini.
È necessario rafforzare i controlli, promuovere la regolarizzazione delle costruzioni abusive, incentivare la pianificazione urbanistica sostenibile e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della legalità e della responsabilità ambientale.
Inoltre, è cruciale investire in formazione e aggiornamento del personale amministrativo e tecnico, per garantire una gestione urbanistica efficiente e trasparente.

Solo attraverso un impegno collettivo e una visione a lungo termine sarà possibile contrastare efficacemente l’abusivismo edilizio e garantire uno sviluppo urbano equo, sostenibile e sicuro per le future generazioni.

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