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Addio Emilio Fede: un’epoca del giornalismo televisivo si chiude.

La scomparsa di Emilio Fede, avvenuta oggi all’età di 94 anni, segna la fine di un’esistenza profondamente intrecciata con la storia del giornalismo televisivo italiano.

La sua abituale, ironica routine – la verifica mattutina dei necrologi come metafora della consapevolezza della mortalità – racchiudeva una sorta di sfida all’inevitabile, un modo per stemperare l’angoscia con l’autoironia.

Fede non fu semplicemente un volto noto sui teleschermi, ma un architetto del telegiornale moderno, un pioniere che ha contribuito a definire il linguaggio e le convenzioni del giornalismo televisivo.

La sua carriera, lunga e poliedrica, si estese per decenni, attraversando le due principali emittenti del servizio pubblico e del privato, Rai e Mediaset, segnando profondamente entrambe.
Ricordiamo la sua esperienza come inviato di guerra, testimone privilegiato di conflitti e drammi che hanno plasmato il nostro tempo, e la sua voce, grave e autorevole, che annunciò l’inizio dell’operazione Desert Storm, un evento che cambiò il panorama geopolitico mondiale.

Il suo contributo non si limitò alla cronaca bellica; fu anche un narratore di eventi politici e sociali, un divulgatore di informazioni complesse, capace di coinvolgere un vasto pubblico.

La sua parabola professionale fu costellata di successi, ma anche di momenti controversi, culminati in una dolorosa frattura con Mediaset, evento che segnò una svolta nella sua vita.

Più recentemente, la vicenda giudiziaria legata al processo Ruby Bis, che lo vide condannato per favoreggiamento in relazione alle cene del cosiddetto “bunga bunga”, gettò un’ombra sulla sua figura, oscurando in parte il lustro di una lunga e brillante carriera.

La pena, inizialmente scontata agli arresti domiciliari e poi trasformata in servizi sociali, rappresentò un capitolo amaro in una storia altrimenti ricca di successi.
La sua ultima pubblica apparizione, il 14 giugno 2023 ad Arcore per i funerali di Silvio Berlusconi, a cui dedicò quelle toccanti parole, “È stato la mia vita”, rivela un legame profondo e complesso, un rapporto che ha dominato una parte significativa del suo percorso esistenziale e professionale.

La perdita di Berlusconi segnò un ulteriore tassello di una vita già segnata da profonde trasformazioni e dolorose separazioni.

Emilio Fede lascia un’eredità complessa, fatta di innovazione giornalistica, talento narrativo e vicende personali che hanno attraversato il cuore del sistema politico e mediatico italiano.
Il suo nome rimarrà legato a un’epoca di cambiamenti epocali, quando il telegiornale si affermava come uno dei principali canali di informazione e di intrattenimento per milioni di italiani.

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