Il Tribunale dei minori di Ancona ha sancito un precedente giuridico di notevole importanza, consentendo a una coppia omogenitoriale residente a Pesaro di adottare un secondo figlio nato tramite gestazione per altri (GPA) all’estero, un atto che si inscrive in un contesto legislativo in rapida evoluzione e di complessità interpretativa. La decisione, emessa in risposta a un ricorso presentato dalla coppia, professionisti di 30 e 40 anni, costituisce un atto di bilanciamento tra il diritto alla fondazione familiare e le nuove restrizioni introdotte dalla normativa vigente.L’importanza di questa pronuncia risiede nella sua capacità di affrontare le implicazioni pratiche della recente legge che estende la penalizzazione della GPA a qualsiasi nazione, anche se la procreazione assistita è stata effettuata in un paese dove tale pratica è legale. Il ricorso della coppia, precedentemente genitori adottivi di un bambino nato in California tramite GPA, sollevava interrogativi cruciali: la legge retroattiva – applicandosi a un atto già compiuto – poteva invalidare un percorso genitoriale già avviato e riconosciuto?Il Tribunale, valutando il caso, ha ritenuto prevalente il diritto del minore a crescere in una famiglia stabile e affettuosa, un principio cardine del diritto di famiglia sancito dalla Costituzione Italiana. La decisione sottolinea come l’applicazione rigorosa della nuova normativa, senza un’attenta valutazione delle circostanze individuali e del benessere del minore, potrebbe comportare conseguenze irragionevoli e in contrasto con i principi fondamentali del diritto.Questa sentenza non solo conferma la possibilità per coppie omogenitoriali di ampliare la propria famiglia attraverso la GPA, ma apre anche un dibattito più ampio sulla necessità di una regolamentazione più equilibrata e prevedibile in materia di procreazione assistita. La questione non è solo quella di definire la legalità della GPA, ma anche di garantire la protezione dei diritti dei bambini nati in queste circostanze, assicurando loro un percorso di crescita sereno e tutelato.Il caso di Pesaro, pertanto, si configura come un tassello fondamentale in un mosaico giuridico in divenire, che richiede un’analisi attenta e multidisciplinare, coinvolgendo giuristi, medici, psicologi e, soprattutto, i diritti dei minori. La decisione del Tribunale di Ancona è un segnale che invita a riflettere sulle implicazioni etiche e sociali della GPA, promuovendo un approccio sensibile e orientato al benessere del bambino.