Nella tranquilla cornice di Ameglia, frazione del Comune della Spezia, si è consumata una violenta e premeditata aggressione alla residenza denominata “Villa delle Rane e delle Rose”, proprietà dell’avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini De Pace. L’evento, accaduto nella notte tra il 22 e il 23 maggio, ha sconvolto la comunità locale e sollevato interrogativi sulla sicurezza e la vulnerabilità di figure professionali esposte, come spesso accade, a dinamiche complesse e potenzialmente conflittuali.L’azione criminale, portata a termine da un gruppo di tre individui mascherati e armati, ha trasceso la semplice rapina per configurarsi come un atto di intimidazione e vandalismo. La brutalità dell’aggressione è evidente nella violenza subita dal custode, dipendente della villa da anni e vittima di pestaggio e sequestro. Il tentativo di estorcere il codice di accesso alla cassaforte suggerisce una pianificazione accurata e un desiderio di ottenere un bottino di valore superiore a quello effettivamente rinvenuto all’interno, limitato a una somma di poche migliaia di euro.La distruzione sistematica degli arredi e degli elementi decorativi, con danni quantificati in circa 100.000 euro, rivela un’escalation di rabbia e frustrazione, forse alimentata dalla mancata acquisizione del presunto bottino principale. Questo gesto di vandalismo, che va oltre la semplice perdita economica, incide profondamente sul patrimonio storico e artistico della proprietà, un bene immateriale di inestimabile valore.L’assenza dell’avvocato Bernardini De Pace al momento dell’aggressione introduce un elemento di mistero e solleva interrogativi sulle possibili motivazioni alla base dell’azione criminale. Sebbene l’ipotesi di una rapina mirata appaia evidente, non si può escludere un legame con le delicate questioni legali e i rapporti interpersonali spesso coinvolti nelle pratiche di diritto di famiglia, area specialistica in cui l’avvocato è attiva.L’intervento tempestivo dei Carabinieri di Sarzana, allertati dal custode dopo la fuga dei rapinatori, ha permesso l’avvio di un’indagine volta a identificare i responsabili e a fare luce sulle dinamiche che hanno portato a questo episodio di grave allarme. Le indagini si concentrano ora sull’analisi delle telecamere di sorveglianza, la ricerca di testimonianze e la ricostruzione dettagliata del percorso dei malviventi, nel tentativo di svelare eventuali collegamenti con la vittima o con soggetti terzi. Il custode, ricoverato all’ospedale della Spezia, riceve le cure necessarie per le lesioni riportate, mentre la comunità attende risposte e si interroga sulla necessità di rafforzare i sistemi di sicurezza e di protezione per figure professionali che, come l’avvocato, si trovano spesso a gestire situazioni delicate e complesse.