Nella notte tra il 16 e il 17 luglio, un evento drammatico ha scosso la tranquillità del centro storico di Andria, culminando nell’arresto di un cittadino nigeriano di trent’anni.
La vicenda, originata da un’accesa discussione con un connazionale, ha visto il coinvolgimento di un incendio di vaste proporzioni che ha compromesso l’agibilità di due unità abitative.
Le indagini dei Carabinieri, prontamente intervenuti, hanno ricostruito un quadro allarmante: la lite, presumibilmente legata a questioni non chiarite, ha degenerato con l’appiccamento di un incendio a un materasso.
Le fiamme, alimentate da materiali combustibili, si sono propagate rapidamente, estendendosi a tutta l’abitazione e danneggiando irreparabilmente anche l’appartamento situato al piano superiore, evidenziando la fragilità strutturale degli edifici storici e la vulnerabilità derivante dalla densità abitativa.
Durante l’arresto, l’uomo è stato trovato in possesso di un accendino, un elemento che, secondo le prime evidenze raccolte dalle forze dell’ordine, potrebbe aver contribuito all’innesco del rogo.
Questa circostanza rafforza l’ipotesi di un atto doloso, ovvero di un incendio appiccato intenzionalmente.
Nonostante la gravità dell’accusa di incendio doloso, formulata a carico dell’arrestato, entrambi gli individui coinvolti, sia l’uomo fermato che il suo connazionale, risultano essere in possesso di regolare permesso di soggiorno, sollevando interrogativi complessi sulla gestione dei flussi migratori, l’integrazione sociale e la prevenzione della criminalità in contesti urbani multiculturali.
La vicenda si pone, quindi, non solo come un episodio di criminalità, ma anche come un campanello d’allarme per riflettere sulle dinamiche sociali e le potenziali tensioni che possono emergere in contesti abitativi degradati e con scarsa mediazione culturale.
L’indagine proseguirà per accertare con certezza le motivazioni alla base dell’atto e ricostruire con precisione la dinamica degli eventi, al fine di garantire una giustizia equa e di prevenire il ripetersi di simili tragedie.