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sabato 15 Novembre 2025

Anna Zilio: Indagine sulla morte della runner, sospetti e falsi certificati

La tragica scomparsa di Anna Zilio, talentuosa runner trentanovenne, ha innescato un’indagine complessa e ramificata da parte della Procura di Verona, un’inchiesta che, al di là del dolore per la perdita, solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza nella pratica sportiva e sulla responsabilità professionale in ambito medico.

Il ritrovamento del corpo, privo di vita nel proprio letto il 14 ottobre, ha portato all’apertura di un fascicolo per omicidio colposo in concorso, un atto formale che segnala l’intenzione di accertare eventuali negligenze o responsabilità esterne, seppur in assenza di indizi precisi.

Parallelamente, un secondo fascicolo, già in essere, indaga su presunte anomalie e potenziali falsificazioni contenute in certificati medici rilasciati a partire dal 2021.

Questa circostanza aggiunge una dimensione di sospetto e di necessità di verifica nell’ambito delle pratiche mediche legate all’attività sportiva, suggerendo una potenziale catena di eventi che potrebbe aver contribuito alla tragedia.

L’attenzione ora si concentra sull’analisi tossicologica, un passaggio tecnico di importanza capitale.
L’incarico è stato affidato alla dottoressa Donata Favretto, esperta riconosciuta nel campo della tossicologia forense, che condurrà accertamenti irripetibili sui campioni biologici prelevati durante l’autopsia.
Questa analisi approfondita mira a stabilire con certezza se Anna Zilio avesse assunto sostanze farmacologiche o integratori non consentiti, al di là delle circostanze iniziali che indicavano la presenza solo di integratori comuni come magnesio e potassio e la ferma esclusione di coinvolgimento in pratiche di doping da parte della famiglia.
La presenza o l’assenza di farmaci nel suo organismo potrebbe rivelare aspetti cruciali per ricostruire le ultime ore di vita della runner.
L’indagine sulla morte di Anna Zilio si inserisce in un quadro più ampio e inquietante, quello legato alla scomparsa di Alberto Zordan, avvenuta a Sovizzo e oggetto di un’indagine parallela condotta dalla Procura di Vicenza.
I due atleti, entrambi membri del Team Km Sport, sebbene non avessero legami personali né condividessero allenatori o medici, condividono un elemento comune: la necessità di un’attenta verifica della validità dei certificati medici rilasciati.
A differenza del caso Zilio, per Zordan i certificati medici risultano apparentemente regolari, ma l’associazione dei due decessi alimenta un sospetto diffuso e richiede un esame scrupoloso delle pratiche mediche che regolano l’attività sportiva a livello locale.

L’obiettivo primario è fare luce sulle cause della morte di Anna Zilio, ma l’indagine assume anche una valenza più ampia, volta a garantire la sicurezza degli atleti e a scongiurare il ripetersi di simili tragedie, attraverso un controllo più rigoroso e trasparente delle certificazioni mediche e delle pratiche di controllo in ambito sportivo.

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