- pubblicità -
- pubblicità -

Aosta, inchiesta sulla Tac alla gatta: si apre l’udienza

- Advertisement -

Il 27 gennaio si apre una fase cruciale nell’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Aosta, che coinvolge presunte irregolarità legate all’assistenza veterinaria a una gatta di proprietà del radiologo interventista Gianluca Fanelli.

L’udienza preliminare, dinanzi al giudice Giuseppe Colazingari, vedrà comparire Fanelli stesso, il primario del reparto di Radiologia Massimiliano Natrella e la tecnica di laboratorio Giulia Sammaritani.

Al centro del caso, risalente al 20 gennaio, vi è l’utilizzo di apparecchiature mediche pubbliche – in particolare, un macchinario Tac dell’ospedale regionale Parini – per la diagnosi di Athena, la gatta di Fanelli.

Le accuse nei confronti di Fanelli e Natrella ruotano attorno alla presunta indebita destinazione di risorse sanitarie e all’esercizio abusivo della professione veterinaria, sollevando interrogativi sulla legittimità dell’uso di strutture e personale ospedaliere per esigenze private.

Giulia Sammaritani è accusata di favoreggiamento, implicando un coinvolgimento nella copertura o nell’agevolazione delle azioni compiute dagli altri indagati.

L’inchiesta, avviata in seguito a una segnalazione e condotta con scrupolo da parte dei Carabinieri del Nas (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità), ha portato alla luce elementi significativi.
In particolare, le indagini hanno ricostruito la sequenza degli eventi: l’esecuzione della TAC sulla gatta, durante la quale era presente Sammaritani, seguita, il giorno successivo, da un intervento di drenaggio a cui ha assistito anche il primario Natrella.
Un aspetto particolarmente rilevante e che ha alimentato ulteriori indagini, è la scoperta che le immagini acquisite durante l’esame Tac sono state successivamente cancellate dalla macchina utilizzata.
Questa manomissione dei dati ha innescato sospetti di volontà di nascondere informazioni rilevanti per le indagini, accrescendo la gravità delle accuse.
Parallelamente, è stata richiesta l’archiviazione del procedimento nei confronti di Denise Barone, un’altra tecnica di laboratorio coinvolta, a indicare che il suo ruolo, seppur presente, non ha comportato addebiti penali.
L’udienza preliminare del 27 gennaio rappresenta una tappa fondamentale per definire la direzione che prenderà l’inchiesta, con potenziali implicazioni non solo per gli indagati, ma anche per l’etica professionale e la gestione delle risorse sanitarie all’interno dell’ospedale regionale Parini.

La vicenda solleva, infatti, interrogativi sulla corretta applicazione delle normative che regolano l’utilizzo di beni pubblici e sulla necessità di garantire l’equità nell’accesso ai servizi sanitari.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap