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sabato 8 Novembre 2025

Atletica veneta: indagine sulla morte di Zordan e Zilio

La tragica scomparsa di Alberto Zordan e Anna Zilio, due figure di spicco nel panorama dell’atletica veneta, ha innescato un’indagine complessa che coinvolge la magistratura di Vicenza e Verona.

La morte prematura dei due runners, entrambi membri del Team Km sport di San Martino Buon Albergo, ha sollevato interrogativi sulla validità e l’impiego dei certificati medici rilasciati a loro favore, ponendo sotto la lente d’ingrandimento un sistema che, apparentemente, dovrebbe garantire la sicurezza degli atleti.
L’inchiesta, tuttora in corso, non si limita a ricostruire le circostanze che hanno portato alla loro scomparsa, ma si addentra in un ambito più ampio: la verifica della conformità dei certificati medici che consentivano loro di partecipare a competizioni.

La necessità di una revisione accurata emerge dalla consapevolezza che tali documenti, spesso rilasciati da professionisti sanitari, rappresentano un elemento cruciale nella valutazione dell’idoneità fisica degli atleti, soprattutto in discipline che richiedono performance intense e a volte estreme come la corsa in montagna.
La vicenda non solo mette in discussione la responsabilità individuale dei medici coinvolti, ma solleva interrogativi di natura sistemica.
Si interroga sulla definizione dei criteri di valutazione dell’idoneità sportiva, sulla formazione e l’aggiornamento professionale dei medici sportivi, e sulla necessità di protocolli più stringenti e controlli più rigorosi.
In particolare, si pone l’attenzione sull’interpretazione e l’applicazione delle normative vigenti in materia di certificazione medica sportiva, con un’analisi dettagliata dei potenziali margini di discrezionalità che potrebbero aver influito sulle decisioni prese.

La perdita di Alberto Zordan e Anna Zilio ha quindi generato un’onda d’urto che va oltre il dolore per la scomparsa.
Si tratta di una riflessione necessaria sull’etica professionale, la sicurezza degli atleti e la responsabilità collettiva di tutti gli attori coinvolti nel mondo dello sport.
L’inchiesta rappresenta un’opportunità per rafforzare le misure di prevenzione e per garantire che il diritto alla salute e alla sicurezza degli atleti sia tutelato con la massima priorità, evitando che simili tragedie possano ripetersi in futuro.

La revisione dei protocolli e la promozione di una cultura della prevenzione diventano imperativi categorici per onorare la memoria di chi non c’è più.

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