cityfood
cityeventi
domenica 2 Novembre 2025

Bambini isolati nel Vastese: indagine sulla famiglia unschooler

In una remota area del Vastese, avvolta dalla quiete di un rudere privo delle infrastrutture basilari – acqua corrente, illuminazione, accesso all’istruzione formale – si consuma una vicenda complessa, che solleva interrogativi profondi sulla responsabilità genitoriale, il diritto all’istruzione e il benessere minorile.
Tre bambini, di età compresa tra i sei e gli otto anni, si trovano al centro di un’indagine avviata dalla procura minorile dell’Aquila, che ha espresso preoccupazione per un potenziale danno grave e duraturo alla loro crescita.
L’episodio scatenante è avvenuto nell’autunno del 2024, quando l’intera famiglia è stata colpita da un’intossicazione alimentare dovuta al consumo di funghi selvatici.

Durante le verifiche successive al ricovero ospedaliero, i carabinieri hanno rilevato le condizioni di vita precarie in cui versava l’abitazione: un ambiente fatiscente, privo dei servizi essenziali e, per sua stessa definizione, carente di standard minimi di vivibilità.

La famiglia, aderente a scelte educative alternative, ha optato per l’unschooling, rifiutando l’iscrizione dei figli a scuola e contestando qualsiasi forma di supervisione esterna.

I genitori sostengono che i bambini stiano crescendo in un ambiente sano e stimolante, protetto, a loro avviso, dalle influenze negative di una società percepita come corrotta e alienante.
Questa scelta radicale, pur nella sua apparente coerenza ideologica, si scontra con i principi fondamentali che tutelano il diritto all’istruzione e il benessere dei minori.
Le relazioni redatte dagli operatori dei servizi sociali evidenziano una serie di criticità di notevole gravità: l’assenza di una sorveglianza pediatrica regolare, l’isolamento sociale dei bambini e le condizioni abitative riconosciute come inadeguate e potenzialmente dannose per la loro salute fisica e psicologica.
I servizi sociali hanno proposto un piano d’intervento mirato, comprensivo di controlli sanitari obbligatori, l’assegnazione di un alloggio dignitoso e l’accesso a programmi educativi offerti dalla comunità locale.

La famiglia ha categoricamente rifiutato questa proposta, rafforzando così le preoccupazioni delle autorità competenti.
Di fronte a questo rifiuto e alla persistente situazione di rischio, la vicenda è stata formalmente segnalata alla procura per i minorenni dell’Aquila, che ha avviato un’indagine approfondita.

L’esito di tale indagine ha portato la procura a richiedere l’affidamento dei tre bambini a strutture protettive e a limitare la responsabilità genitoriale, al fine di garantire loro una crescita equilibrata e un futuro dignitoso, liberandoli da un contesto che, per le sue stesse carenze, appare incompatibile con il rispetto dei loro diritti fondamentali.

Il caso, lungi dall’essere una semplice questione di condizioni abitative precarie, rappresenta una sfida complessa che interroga il ruolo dello Stato nella tutela dei diritti dei minori e il delicato equilibrio tra libertà educativa e responsabilità genitoriale.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap