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lunedì, 19 Maggio 2025
HomeCronacaBarista uccisa e suicidio: nuovi risvolti nel caso De Maria
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Barista uccisa e suicidio: nuovi risvolti nel caso De Maria

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Il caso della tragica morte di Chamila Wijesuriya, barista presso l’hotel Berna a Milano, sta rivelando una storia sinistra e complessa che travalica la semplice accusa di omicidio. Gli accertamenti autoptici hanno svelato che il corpo della 50enne presentava segni di soffocamento e strangolamento da parte di Emanuele De Maria, un detenuto ammesso al lavoro esterno nell’albergo.La vicenda si è dipanata tra l’8 e il 11 maggio scorso, quando De Maria non solo uccise la donna ma tentò anche di assassinare un altro collega con coltellate. In seguito a questi crimini, egli si lanciò dalle terrazze del Duomo, suicidandosi. Gli esiti degli accertamenti autoptici suggeriscono che le lesioni da taglio alla gola e i segni di pressione sui polsi della vittima potrebbero essere stati inferti dopo il decesso.Le indagini hanno rivelato che De Maria aveva una storia ossessiva con la sua vittima, minacciandola più volte e chiedendole denaro. Inoltre, sembra che egli avesse già un precedente femminicidio a suo carico nel 2016.Gli inquirenti stanno ora esaminando le modalità di questo duplice crimine per capire se vi fosse stato coinvolgimento di rituali. Sono stati condotti anche esami tossicologici per determinare eventuali assunzioni di droghe da parte del detenuto.Tale caso sta generando un dibattito su come le istituzioni carcerarie e quelle esterne si siano relazionate con il detenuto. Alcune informazioni emerse durante l’inchiesta suggeriscono che possa esserci stata una serie di omissioni nel trattamento psicologico del detenuto, che non sono ancora state sufficientemente documentate.Gli inquirenti stanno anche esaminando le possibilità che vi siano stati errori nell’applicazione delle misure di sicurezza all’interno dell’albergo, in quanto pare che il datore di lavoro fosse a conoscenza del comportamento problematico del detenuto.

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