Alessandro Basciano, figura nota nel panorama mediatico e nel mondo della musica dance, si è presentato presso le autorità milanesi per l’applicazione del braccialetto elettronico, un provvedimento a seguito di un’indagine che lo vede accusato di stalking nei confronti della sua ex compagna, Sophie Codegoni.
La vicenda, costellata di peripezie legali e battute d’arresto, si è concretizzata in un divieto di avvicinamento reso definitivo il 30 aprile, segnando un punto fermo nella dinamica di separazione tra i due.
L’imposizione del braccialetto elettronico, concepita come misura cautelare volta a garantire la sicurezza della Codegoni e a prevenire ulteriori contatti indesiderati, aveva inizialmente incontrato un ostacolo.
Un mancato adempimento alla convocazione fissata il 6 agosto aveva rischiato di determinare l’applicazione degli arresti domiciliari, una conseguenza prevista dalla normativa in caso di rifiuto o omissione nell’utilizzo del dispositivo di monitoraggio.
La necessità di un nuovo appuntamento, prontamente programmato, riflette la delicatezza della situazione e l’importanza di garantire la corretta applicazione della misura disposta dal Tribunale del Riesame.
Quest’ultimo, con la sua decisione, ha ribadito la necessità di un controllo rigoroso e costante dei comportamenti di Basciano, tutelando al contempo i diritti della Codegoni.
La vicenda ha inoltre sollevato un’inattesa questione di natura logistica, alimentando voci riguardanti una presunta carenza di dispositivi elettronici disponibili per l’applicazione della misura.
Questa incertezza, prontamente smentita dall’operatore tecnico Fatsweb, ha evidenziato le sfide operative e la necessità di una gestione efficiente delle risorse tecnologiche a supporto del sistema giudiziario.
La replica di Fatsweb ha chiarito che, in ragione della natura contrattuale legata alla disponibilità dei dispositivi, un ritardo nell’attivazione non implica necessariamente una carenza assoluta, bensì una temporanea discrepanza tra domanda e offerta.
Il caso Basciano-Codegoni, al di là della sua dimensione prettamente giudiziaria, rappresenta un esempio emblematico delle complessità che intersecano sfera privata, dinamiche relazionali, mediazione tecnologica e applicazione della giustizia, ponendo interrogativi sull’efficacia delle misure cautelari e sulla responsabilità congiunta di tutti gli attori coinvolti nella tutela della sicurezza e del diritto alla privacy.
Il braccialetto elettronico, in questo contesto, si configura come un simbolo di controllo e limitazione, ma anche come strumento di protezione e garanzia per la parte lesa.