venerdì 8 Agosto 2025
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Basciano, il braccialetto elettronico e i domiciliari: la vicenda Codegoni

L’immagine pubblica di Alessandro Basciano, personaggio mediatico noto per la sua partecipazione a programmi televisivi, è stata segnata da un’escalation di eventi legati a presunte molestie nei confronti della ex compagna, Sophie Codegoni, modella e influencer.
La vicenda, che ha coinvolto il sistema giudiziario italiano, si è concretizzata in una misura cautelare di arresti domiciliari, decretata a seguito della definitiva conferma, da parte della Corte di Cassazione il 30 aprile, del divieto di avvicinamento alla Codegoni.
L’episodio più recente, e precipuitante, ha visto il mancato adempimento da parte di Basciano all’obbligo di presentarsi presso le autorità di Polizia milanesi per l’applicazione del braccialetto elettronico.
La comunicazione, veicolata tramite l’avvocato Leonardo D’Erasmo, ha giustificato l’assenza con la presunta residenza del cliente alle Isole Canarie.

Questa dichiarazione solleva interrogativi significativi sulla capacità e la volontà di Basciano di rispettare le disposizioni imposte dal tribunale, e pone l’accento sulla complessità di garantire l’efficacia delle misure cautelari in contesti di mobilità internazionale.
La vicenda trascende la sfera del gossip e si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulla delicata problematica dello stalking e della violenza di genere, e sulla risposta che il sistema giuridico deve fornire per tutelare le vittime e garantire la loro sicurezza.
L’inottemperanza all’applicazione del braccialetto elettronico, un dispositivo pensato per monitorare e limitare i movimenti del soggetto accusato, evidenzia le sfide operative che si presentano nell’applicazione della giustizia penale, soprattutto quando si tratta di individui con risorse e la possibilità di sottrarsi al controllo diretto delle autorità.
Il provvedimento dei domiciliari, ripristinato dal Tribunale del Riesame, rappresenta un ritorno alla misura cautelare più restrittiva, sottolineando la gravità delle accuse e la necessità di garantire l’inviolabilità della decisione giudiziaria.

Il caso pone, inoltre, interrogativi sull’esigenza di strumenti di cooperazione internazionale per l’esecuzione delle misure cautelari in territori extra-nazionali, e sulla necessità di una riflessione più ampia sul ruolo dei media nella gestione dell’immagine pubblica dei personaggi coinvolti in procedimenti giudiziari, al fine di evitare sensazionalismi e garanzia del diritto alla presunzione di innocenza.

L’evoluzione di questa vicenda continuerà a essere monitorata con attenzione, data la sua rilevanza sia per il singolo caso che per il dibattito pubblico sulla protezione delle vittime di stalking e sulla responsabilità individuale nel rispetto delle ordinanze giudiziarie.

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