Il sisma che ha lacerato Brazzano di Cormons, nel cuore della provincia di Gorizia, ha lasciato un solco profondo nel tessuto sociale e territoriale.
La frana, precipitata su tre abitazioni a due giorni dall’evento, ha inferto un colpo devastante, strappando la vita a due persone e provocando ferite fisiche e morali a un’altra.
L’onda d’urto emotiva si propaga ben oltre il cratere della tragedia, investendo l’intera comunità e sollevando interrogativi pressanti sulle dinamiche che hanno portato a questo irreparabile disastro.
La Procura della Repubblica di Gorizia, con la gravità e l’urgenza che la situazione richiede, ha immediatamente attivato un’indagine complessa, aprendo un fascicolo a carico di persone attualmente sconosciute.
L’obiettivo primario è quello di ricostruire minuziosamente la sequenza degli eventi che hanno preceduto il crollo, individuando le cause profonde e attribuendo, ove necessario, le responsabilità.
Le ipotesi investigative formulate, nel tentativo di inquadrare la tragica dinamica, spaziano tra reati di gravità eccezionale.
Si considerano, con attenzione, la possibilità di omicidio colposo plurimo, un’accusa che implica una negligenza o imprudenza che ha portato direttamente alla perdita di vite umane.
Parallelamente, si valuta la configurabilità di reati legati a calamità naturali, come inondazioni, frane o valanghe, commessi con colpa, ovvero a causa di una mancanza di diligenza o una valutazione errata dei rischi.
Non si esclude, infine, l’ipotesi di crollo o altro disastro colposo, un’accusa che potrebbe coinvolgere responsabilità strutturali o di pianificazione urbanistica.
Il procuratore della Repubblica, Massimo De Bortoli, ha annunciato la disposta di un’autopsia sui corpi delle vittime.
Questa procedura medico-legale si rivelerà fondamentale per accertare con precisione le cause del decesso e per fornire elementi concreti all’indagine.
L’autopsia non solo contribuirà a chiarire le modalità del decesso, ma potrebbe anche fornire indicazioni utili per comprendere le dinamiche della frana e per individuare eventuali fattori che hanno contribuito alla sua violenza.
Al di là dell’indagine giudiziaria, questa tragedia impone una riflessione più ampia e profonda sulle fragilità del territorio, sulla gestione del rischio idrogeologico e sulla necessità di politiche di prevenzione più efficaci.
La vulnerabilità delle aree collinari e montane, spesso caratterizzate da instabilità del versante e da una precaria infrastruttura, richiede un impegno costante nella mappatura dei rischi, nel monitoraggio del territorio e nella promozione di interventi di mitigazione.
L’evento di Brazzano di Cormons rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato, un monito a investire nella sicurezza del territorio e a tutelare la vita delle persone.








