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domenica 2 Novembre 2025

Caffè Greco: Sfratto e Patrimonio a Rischio, Un’Era Finita.

La chiusura del Caffè Greco, iconico baluardo della storia romana, segna un capitolo doloroso nella vita culturale della città e dell’Italia intera.

L’imposizione dei sigilli, frutto di una complessa e prolungata disputa legale, sancisce la fine di un’era per il locale di via Condotti, ora restituito alla proprietà dell’Ospedale Israelitico.

L’evento non è una semplice questione di gestione immobiliare, ma solleva interrogativi cruciali sulla tutela del patrimonio culturale e sul rapporto tra proprietà privata e interesse pubblico.
Al centro della vicenda vi è una sottrazione di beni di inestimabile valore storico-artistico: trecento opere, tra dipinti, sculture e oggetti d’antiquariato, rimosse dai loro contesti originali.

Questa azione, definita dall’accusa come una violazione del principio di “stretta pertinenzialità”, ha innescato un’indagine che si aggiunge a un fascicolo giudiziario già corposo, testimonianza di anni di contenzioso.
La disputa tra la proprietà dell’Ospedale Israelitico e i gestori del Caffè Greco, protrattasi dal 2017, è stata risolta con una sentenza definitiva della Cassazione che ha confermato la disdetta del contratto d’affitto.

La decisione, frutto di una complessa battaglia legale, ha portato all’esecuzione dello sfratto, segnando la fine di un’epoca per il celebre locale.
Il Caffè Greco, nato nel cuore dell’Illuminismo, rappresenta molto più di una semplice caffetteria: è un vero e proprio palcoscenico della storia italiana, un crocevia di idee e un simbolo del caffè storico.
Accanto al Florian di Venezia, si erge come uno dei caffè più antichi d’Italia, testimone di secoli di eventi culturali e sociali.

Le sue pareti hanno accolto personalità di spicco, da Charles Baudelaire ad Antonio Canova, da James Joyce a Gioacchino Rossini, fino a icone contemporanee come Sophia Loren, Renato Guttuso e Federico Fellini.

Il locale ha contribuito a plasmare il dibattito intellettuale, a favorire la nascita di nuove scuole di pensiero e a divenire un punto di riferimento per artisti e intellettuali di ogni epoca.

Nonostante la chiusura, la proprietà dell’Ospedale Israelitico ha espresso la volontà di riaprire il Caffè Greco, sottolineando l’importanza di preservare l’eredità storica del locale.

Il commissario straordinario, Leozappa, ha dichiarato che la riapertura costituirà una “assoluta priorità” e che si procederà al più presto con i lavori necessari e all’attuazione del piano di concordato.
Il futuro del Caffè Greco, dunque, rimane incerto, ma la speranza è che il locale possa rinascere, preservando la sua identità storica e la sua vocazione culturale, e che la vicenda possa stimolare una riflessione più ampia sul valore del patrimonio culturale e sulla necessità di tutelarlo con rigore e sensibilità.

Il caso solleva, in definitiva, una questione cruciale: come conciliare il diritto di proprietà con la salvaguardia di un bene di inestimabile valore storico e sociale, simbolo dell’identità culturale di una città e di un intero paese?

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