Il solenne momento della chiusura della Porta Santa, presieduto dall’arcivescovo dell’Aquila, Antonio D’Angelo, e dal sindaco Pierluigi Biondi, ha rappresentato non solo il compimento di un antico rito ma anche un profondo simbolo di perdono e rinnovamento. L’indulgenza plenaria voluta da Papa Celestino V nel lontano 1294 ha così trovato la sua conclusione, segnando il termine del primo Giubileo della storia. Con la cerimonia di spegnimento del braciere della Pace sulla torre di Collemaggio, dove ardeva da giorni il Fuoco del Morrone, si è dato inizio al suggestivo corteo di rientro.Durante la messa stazionale celebrata da monsignor D’Angelo, le parole pronunciate hanno richiamato alla mente l’episodio evangelico del sacrificio di San Giovanni Battista, invitando i presenti a riflettere sul significato profondo della celebrazione della Perdonanza. Questo momento di grazia e misericordia può essere per ognuno di noi un’opportunità per superare le nostre ambiguità, consolidare le nostre scelte e i valori che ci guidano. Come sottolineato dall’arcivescovo, accogliere la misericordia divina significa rigenerare la propria coscienza e abbracciare l’invito allariconciliazione con Dio.Prima della conclusione della liturgia, il sindaco Biondi ha citato le parole incisive di Ignazio Silone rivolte a Bonifacio VIII attraverso il personaggio di Celestino: “Dio ha creato le anime, non le istituzioni. Le anime sono immortali, mentre istituzioni come regni, eserciti, chiese e nazioni sono destinate a passare”. Questa riflessione invita a guardare oltre le strutture terrene e a concentrarsi sull’essenziale: l’anima eterna che permea ogni essere umano.Così si è concluso questo importante momento di comunione e spiritualità nella città dell’Aquila, segnando un passo significativo nel cammino verso la redenzione e la pace interiore.