L’impegno costante delle forze dell’ordine nell’assicurare la tutela della salute pubblica ha portato a un’intensificata attività di controllo sul circuito dei locali dedicati al narghilè, spazi che, pur diffusi e frequentati, presentano un ventaglio di problematiche spesso oscurate dall’apparenza di intrattenimento.
Recentemente, una complessa operazione congiunta, orchestrata dai Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri (NAS) e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ha interessato 73 shisha bar dislocati in tutto il territorio nazionale, rivelando un quadro di irregolarità preoccupante.
L’attività di controllo non si è limitata a una mera verifica formale, ma ha approfondito diversi aspetti critici che caratterizzano l’esercizio di queste attività commerciali.
L’obiettivo primario era quello di accertare il rispetto delle normative igienico-sanitarie, le corrette procedure di gestione dei prodotti, e la sussistenza dei requisiti di legge per la somministrazione di tabacchi aromatizzati e melasse per narghilè, sostanze che presentano potenziali rischi per la salute dei consumatori, soprattutto in relazione all’esposizione a sostanze chimiche derivanti dalla combustione.
Le verifiche hanno portato alla denuncia all’autorità amministrativa di quattordici individui, responsabili di inosservanze che vanno dal mancato possesso delle necessarie autorizzazioni – il cosiddetto “patentino speciale” che attesta la competenza nella manipolazione e somministrazione di questi prodotti – a irregolarità nella tenuta dei registri di carico e scarico, fino a potenziali violazioni in materia di sicurezza del lavoro.
Il sequestro di ingenti quantità di merce, quantificate in 22 chilogrammi di tabacco, 17 chilogrammi di melassa per narghilè e un numero significativo di narghilè (44 unità) unitamente a numerosi bocchini, testimonia l’ampiezza del fenomeno e la necessità di un controllo più stringente.
Oltre alle conseguenze immediate per i responsabili, queste azioni di contrasto mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi al consumo di tabacco in narghilè, spesso percepito come meno dannoso rispetto al fumo di sigaretta, ma che in realtà può esporre a concentrazioni elevate di sostanze tossiche.
L’operazione sottolinea come la complessità del mercato dei narghilè richieda una sinergia costante tra le diverse istituzioni coinvolte nella tutela della salute e nella lotta contro le attività illegali, promuovendo una cultura di legalità e sicurezza nel settore dell’intrattenimento e del tempo libero.
L’attenzione rimarrà alta, con l’intento di prevenire e contrastare qualsiasi forma di irregolarità, al fine di garantire la protezione della salute pubblica e la corretta applicazione delle normative vigenti.





