giovedì 14 Agosto 2025
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Dodicimila nomi, un grido di pace dalla Terra Santa.

La lettura incessante dei nomi di oltre dodicimila infanti strappati alla vita nella Terra Santa trascende il mero atto commemorativo: è un gesto di profonda umanità, un faro acceso nel cuore di un territorio segnato da secoli di conflitto e di dolore.

Questo memoriale, eretto in un luogo simbolo come Monte Sole di Marzabotto, dove le cicatrici della barbarie nazifascista si intrecciano alla sofferenza contemporanea, si configura come un appello urgente alla coscienza collettiva.
Non si tratta di cifre fredde e impersonali, bensì di identità spezzate, di sogni infranti, di promesse non mantenute.
Ogni nome pronunciato risuona come un lamento, un’accusa silenziosa contro l’insensatezza della violenza e la sua mietitore indiscriminata.
La maratona di preghiera, un flusso continuo di supplica e di speranza, mira a creare uno spazio di riflessione profonda, un invito a interrompere il ciclo di rappresaglie e a intraprendere un percorso di riconciliazione.

L’attenzione particolare rivolta alla sofferenza infantile non è casuale: la vulnerabilità dei bambini, la loro totale dipendenza dagli adulti, amplifica la gravità di ogni perdita e rende la violenza perpetrata contro di loro particolarmente abominevole.
Partendo dai nomi delle vittime del 7 ottobre, l’elenco si estende a tutti i bambini palestinesi e israeliani caduti da allora, rivelando una realtà sconcertante: 12.211 palestinesi e 16 israeliani, un numero che incide sulla pelle e non permette di rimanere indifferenti.
Questa iniziativa, al di là del suo valore simbolico, aspira a generare un cambiamento concreto.
Il dolore dei bambini, come un potente catalizzatore, dovrebbe spingere le parti in conflitto a ricercare soluzioni pacifiche, ad abbandonare la logica del conflitto a oltranza e ad abbracciare un futuro in cui la vita, soprattutto quella dei più deboli, sia inviolabile.

Non si tratta di una semplice richiesta di cessate il fuoco, ma di un cambiamento radicale di mentalità, un impegno a costruire un mondo in cui la compassione e la giustizia prevalgano sull’odio e sulla vendetta.

La memoria di questi bambini, questi piccoli volti spenti, deve essere la bussola che guida verso la pace.

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