Un’inquietudine sottile, appena percettibile, serpeggia tra le aule del liceo Marconi di Pescara poco dopo l’inizio delle lezioni.
Non si tratta di un disagio fisico evidente, ma di una sensazione indefinita, un’alterazione quasi impercettibile nell’atmosfera che prelude a un evento inatteso.
Poi, improvvisamente, l’aria si fa tagliente, impregnata di un odore pungente, aspro, che si insinua nelle narici e morde gli occhi, scatenando una reazione immediata: lacrimazione, bruciore, una difficoltà respiratoria inattesa.
La percezione collettiva si fa subito chiara.
Non è un’illusione, non è un malessere individuale.
La sensazione di disagio si propaga, amplificata dal panico iniziale.
Le ipotesi si susseguono veloci: un guasto all’impianto di riscaldamento, una perdita di gas, una reazione chimica inattesa.
Ma la realtà supera ogni previsione.
In pochi istanti, la quiete scolastica è infranta dall’allarme, un suono acuto che squarcia l’aria, segnale di evacuazione.
L’edificio si svuota in fretta, un fiume umano che defluisce verso l’esterno, verso il cortile antistante.
Lì, un’immagine surreale: ambulanze silenziose in attesa, squadre dei vigili del fuoco in assetto di intervento, agenti di polizia che delimitano l’area e cercano di mantenere l’ordine.
I segni sono inequivocabili: lo stesso disturbo manifestato da tutti gli studenti e dal personale scolastico.
La respirazione affaticata, l’irritazione agli occhi, un senso generale di oppressione.
La causa, ancora sconosciuta, è una sostanza sospesa nell’aria, un elemento inquinante la cui identificazione richiede l’intervento di esperti.
I tecnici dell’Arpa sono al lavoro, analizzando campioni d’aria e superfici, alla ricerca della composizione chimica del contaminante, cercando di ricostruire la catena degli eventi che hanno portato a questa emergenza.
L’episodio solleva interrogativi importanti sulla sicurezza ambientale degli edifici scolastici, sulla necessità di controlli più stringenti e sulla prevenzione di rischi potenzialmente pericolosi per la salute degli studenti.
Al di là delle analisi tecniche e delle indagini per accertare le responsabilità, resta l’eco di un’esperienza traumatica, la paura di un evento inspiegabile che ha scosso la comunità scolastica e riaccende l’attenzione sulla fragilità del nostro ambiente e sulla costante necessità di proteggerlo.