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giovedì 13 Novembre 2025

Ergastolo per Wick: Omicidi di anziani, un caso giudiziario travagliato.

La sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia rappresenta un capitolo doloroso e complesso nella storia della giustizia italiana, consacrando Leopoldo Wick, ex infermiere di una Residenza Sanitaria Assistita (RSA) di Offida, all’ergastolo.
La condanna, accolta pienamente dalla Procura ascolana, recita otto omicidi volontari e quattro tentati omicidi perpetrati ai danni di fragili pazienti ospiti della struttura tra il gennaio 2017 e il febbraio 2019, attraverso l’illecita manipolazione di farmaci.
Questa sentenza, tuttavia, non conclude un percorso lineare.

Si tratta di una riedizione processuale, frutto di un iter giudiziario travagliato e segnato da pronunce contrastanti.
La Corte di Cassazione, nel corso del 2024, ha infatti disposto un nuovo giudizio di appello a Perugia, ribaltando la precedente assoluzione emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Ancona.

Quest’ultima, a sua volta, aveva precedentemente annullato la condanna all’ergastolo inflitta in via preliminare dalla Corte d’Assise di Macerata, innescando una spirale di revisioni che ha amplificato il dolore delle famiglie delle vittime e la complessità del caso.

La decisione dei giudici perugini si è conformata alla sentenza originaria della Corte d’Assise di Macerata, evidenziando una sostanziale convergenza interpretativa degli elementi probatori.
Oltre alla pena detentiva, la condanna include un risarcimento provvisorio riconosciuto in primo grado alle parti civili, i familiari delle vittime, e la liquidazione delle spese legali relative ai due gradi di appello e alla successiva fase di Cassazione, unitamente alle pene accessorie previste dalla legge.

La motivazione dettagliata della sentenza sarà pubblicata entro novanta giorni, offrendo una disamina approfondita delle ragioni che hanno portato alla condanna.

Il collegio difensivo di Wick, composto dagli avvocati Francesco Voltattorni e Tommaso Pietropaolo, ha immediatamente annunciato l’intenzione di presentare ricorso in Cassazione, sostenendo che il processo si è basato su elementi indiziari e che non sono state fornite prove concrete a carico del loro assistito.

Questa prospettiva si scontra con l’interpretazione della Procura e dei giudici, che hanno ritenuto sufficiente il quadro probatorio emerso nel corso del processo.

Un elemento cruciale del dibattito processuale riguarda l’ammissibilità delle prove ematiche, contestata dall’avvocato Gianfranco Iadecola, legale del responsabile civile Asur Marche.

La sentenza della Cassazione aveva in precedenza stabilito che tali prove fossero ammissibili, superando le iniziali obiezioni sulla loro corretta acquisizione e interpretazione.
La disputa sulla validità di queste prove sottolinea la delicatezza e la complessità delle questioni legali in gioco, e il potenziale impatto sulla futura decisione della Corte di Cassazione.
Il caso Wick solleva interrogativi profondi sulla tutela della vulnerabilità, la responsabilità professionale in ambito sanitario e l’importanza di un controllo rigoroso sull’utilizzo di farmaci all’interno delle RSA.

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