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Etna: attività stromboliana persistente e cenere sulle località siciliane.

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L’Etna, gigante silente e pulsante cuore della Sicilia, si manifesta con una persistente attività stromboliana che interessa prevalentemente il cratere Nord-Est.
Questo fenomeno, caratterizzato da esplosioni relativamente contenute ma ininterrotte, proietta frammenti incandescenti – lapilli, bombe vulcaniche e occasionalmente blocchi più grandi – che, a volte, si riversano sul pendio del cono vulcanico stesso.
L’emissione di cenere vulcanica, sebbene contenuta in quantità, contribuisce alla formazione di una colonna eruttiva che, guidata dai venti prevalenti, si estende verso nord-est.
Il monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), attraverso l’Osservatorio Etneo di Catania, rivela una dinamica vulcanica complessa.

Non si tratta di un’eruzione di tipo effusivo, caratterizzata da colate laviche, ma di un’attività esplosiva stromboliana, tipica di vulcani attivi che sprigionano gas e magma in modo intermittente.

Questa attività, pur non rappresentando un pericolo immediato, richiede un’attenta sorveglianza e una costante valutazione dei parametri vulcanici.

Le ricadute di cenere, seppur leggere, hanno già interessato località come Piano Provenzana e Taormina, testimoniando l’estensione dell’influenza dell’eruzione.
La dispersione della cenere è influenzata non solo dalla direzione del vento, ma anche dall’altitudine e dalle condizioni meteorologiche locali.

Parallelamente all’attività del cratere Nord-Est, sporadiche esplosioni stromboliane si sono verificate anche al cratere Bocca Nuova, con proiezioni di materiale incandescente che raggiungono altezze considerevoli, superando le decine di metri sopra il bordo del cratere.

Questo suggerisce una maggiore instabilità e rilascio di energia anche in questa zona del vulcano.
L’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, continua a dimostrare la sua natura dinamica e imprevedibile, ricordandoci costantemente la forza della natura e la necessità di un monitoraggio continuo per comprendere e mitigare i potenziali rischi che questa attività vulcanica può comportare.
L’analisi dei dati raccolti dall’INGV permette di ricostruire l’evoluzione dell’eruzione e di fornire informazioni cruciali per la protezione civile e la popolazione residente nelle aree circostanti.

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