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lunedì 17 Novembre 2025

Eurallumina: Lavoratori in Mobilitazione, Occupano il Silo

L’assemblea dei lavoratori di Eurallumina, cuore pulsante dell’industria del Sulcis a Portovesme, ha espresso un dissenso profondo e un’angoscia crescente, sfociando in una drammatica mobilitazione.
La persistente mancanza di risposte concrete da parte delle istituzioni, a fronte di una situazione aziendale sempre più critica, ha spinto un gruppo di dipendenti a compiere un gesto eclatante: l’occupazione simbolica del silo n. 3, una struttura che si erge a quarant’anni di altezza, incarnando la precarietà e l’incertezza che gravano sulla comunità.

Questa azione, non premeditata ma generata dalla disperazione, non è un atto isolato.

Rappresenta l’apice di una lotta pluridecennale per la sopravvivenza di un complesso industriale cruciale per l’economia locale e per la tutela ambientale del territorio.
Eurallumina, con la sua storia intrinsecamente legata alla trasformazione dell’alluminio e alla bonifica di un patrimonio minerario compromesso, si trova sull’orlo del baratro, vittima di una spirale di contenziosi, ritardi e promesse disattese.

La mobilitazione dei lavoratori, forte del sostegno delle principali sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL), è un grido d’allarme rivolto alle istituzioni nazionali.
La richiesta non è solo un mero intervento finanziario, sebbene l’immediato sblocco dei fondi previsti dalla legge sia assolutamente imprescindibile.

Si tratta, piuttosto, di un appello a una visione strategica a lungo termine che riconosca il valore inestimabile di Eurallumina: un polo industriale capace di generare occupazione, di promuovere l’innovazione tecnologica nel campo della sostenibilità ambientale e di preservare un’identità culturale radicata nel lavoro e nella resilienza.
Le risorse richieste non sono un sussidio, ma un investimento mirato a garantire la continuità operativa dell’azienda, a onorare gli impegni presi nei confronti dei dipendenti – con il pagamento puntuale delle retribuzioni – e dei fornitori, e a perseguire con determinazione i complessi e fondamentali programmi di bonifica ambientale.
Questi interventi non sono soltanto un obbligo morale, ma una responsabilità legale e un imperativo etico.

L’intervento urgente e coordinato del MIT, del CSF, del MEF e della Presidenza del Consiglio è ora non solo auspicabile, ma imprescindibile per scongiurare una crisi irreversibile, un danno irreparabile per i lavoratori, per l’economia del Sulcis e per l’ambiente.

La protesta sul silo è un monito potente: la tenuta di un territorio si misura dalla capacità di proteggere il suo patrimonio umano e industriale.

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