sabato 18 Ottobre 2025
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Fame infantile: allarme Istat, 430.000 bambini a rischio.

L’ombra della fame infantile si allunga sul panorama italiano, rivelando una realtà complessa e preoccupante.
Secondo i dati Istat, pubblicati in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura, oltre 430.000 bambini e ragazzi sotto i 16 anni si trovano ad affrontare l’insicurezza alimentare, un campanello d’allarme che richiede un’analisi approfondita delle sue cause e delle sue conseguenze.
Questa problematica non si presenta come un fenomeno omogeneo, ma si articola in forme diverse, amplificate da specifici fattori socio-economici.

La distribuzione geografica dell’insicurezza alimentare rivela una frattura significativa: il Mezzogiorno, storicamente afflitto da marginalizzazione e disuguaglianze, registra una percentuale di minori colpiti particolarmente alta (8,7%).

Questo dato riflette le persistenti disparità regionali in termini di opportunità lavorative, accesso ai servizi essenziali e stabilità economica.
L’analisi delle strutture familiari evidenzia come l’insicurezza alimentare sia spesso legata a condizioni di vulnerabilità specifiche.
I bambini che crescono in famiglie monogenitore affrontano maggiori difficoltà, con una percentuale di insicurezza alimentare più elevata (7,8%).

Questo dato sottolinea l’importanza del supporto alle famiglie monoparentali, attraverso politiche mirate all’assistenza genitoriale, all’accesso all’istruzione e all’offerta di servizi di cura per l’infanzia.
Un ulteriore fattore di rischio emerge dall’istruzione dei genitori: i bambini provenienti da famiglie in cui il livello di istruzione più alto è la licenza media inferiore presentano una probabilità significativamente maggiore di sperimentare insicurezza alimentare (17,9%).

Questo dato suggerisce un legame diretto tra carenza di competenze e opportunità lavorative, e la conseguente difficoltà a garantire un’alimentazione adeguata per i figli.

L’investimento nell’istruzione e nella formazione professionale dei genitori rappresenta quindi una strategia fondamentale per spezzare il circolo vizioso della povertà e dell’insicurezza alimentare.

L’analisi estesa ai dati relativi all’anno 2024 rivela un’ulteriore dimensione della problematica: la presenza di disabilità o limitazioni fisiche influisce in modo determinante sulla capacità di accesso a risorse alimentari adeguate.
Persone con disabilità, che presentano limitazioni nelle attività quotidiane per motivi di salute, sono colpite in misura maggiore (2,4%) rispetto a chi non presenta tali limitazioni.
Questo dato sottolinea la necessità di politiche inclusive che tengano conto delle esigenze specifiche delle persone con disabilità, garantendo loro un accesso equo alle risorse alimentari e ai servizi di supporto.

In sintesi, l’insicurezza alimentare infantile in Italia non è una semplice carenza di cibo, ma una complessa manifestazione di disuguaglianze socio-economiche, territoriali e di accesso ai servizi.
Affrontare questa sfida richiede un approccio multidimensionale, che coinvolga politiche di contrasto alla povertà, investimenti nell’istruzione e nella formazione professionale, sostegno alle famiglie vulnerabili e garanzia di inclusione per le persone con disabilità.
Solo attraverso un impegno collettivo e coordinato sarà possibile garantire a tutti i bambini e ragazzi italiani il diritto fondamentale a un’alimentazione adeguata e a un futuro sano e prospero.

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