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giovedì 6 Novembre 2025

Farmacie in sciopero: crisi sindacale e futuro a rischio

Il settore della farmacia privata convenzionata, pilastro fondamentale dell’assistenza sanitaria territoriale, si trova sull’orlo di una crisi sindacale senza precedenti.

Circa 60.000 professionisti, farmacisti collaboratori e personale ausiliario, si apprestano a incrociare le braccia per una intera giornata, il 6 novembre, in una mobilitazione che riflette una profonda frattura nel dialogo tra rappresentanti dei lavoratori e datori di lavoro.

Lo sciopero, promosso congiuntamente dalle principali federazioni sindacali – Filcams CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS – rappresenta l’apice di un negoziato di rinnovo contrattuale bloccato da troppo tempo, ufficialmente scaduto nel 2024.

La decisione di proclamare l’agitazione è stata assunta a seguito di un’infruttuosa serie di incontri, caratterizzati da posizioni inconciliabili e dalla persistente incapacità di raggiungere un accordo equo e sostenibile.

I sindacati, con un appello vibrante, invitano Federfarma, l’associazione che rappresenta oltre 18.000 farmacie private convenzionate in tutta Italia, a invertire la rotta e a riprendere il confronto con la volontà di riconoscere il valore intrinseco del ruolo dei dipendenti di farmacia, professionisti spesso sottoposti a ritmi di lavoro intensi e a crescenti responsabilità, con un impatto significativo sulla loro qualità della vita.
L’urgenza della situazione è accentuata dalla crescente complessità del sistema sanitario, che richiede competenze specialistiche e un impegno costante da parte del personale di farmacia.
La risposta di Federfarma, pur evidenziando la propria disponibilità al dialogo, lamenta l’immobilismo delle trattative e la rigidità delle richieste sindacali, accusando lo sciopero di alimentare un clima di contrapposizione che ostacola il raggiungimento di una soluzione.

L’offerta presentata dall’associazione, pari a 180 euro lordi di aumento complessivo spalmati su un triennio, è stata giudicata dai sindacati decisamente insufficiente a compensare l’aumento del costo della vita, l’intensificazione del lavoro e a riconoscere adeguatamente il contributo dei farmacisti collaboratori e del personale di supporto, spesso con stipendi poco al di sopra del minimo contrattuale.

Oltre alla componente economica, le rivendicazioni sindacali abbracciano temi cruciali come il miglioramento delle condizioni di lavoro, la regolamentazione dell’orario di lavoro, l’implementazione di misure di sicurezza e la promozione di percorsi di formazione professionale continua, elementi essenziali per garantire la sostenibilità del settore e la tutela del benessere dei lavoratori.
La crisi attuale rischia di compromettere non solo il futuro dei dipendenti di farmacia, ma anche l’efficienza e la qualità del servizio offerto alla collettività.
Il superamento di questa impasse richiede un cambio di paradigma, un impegno concreto da parte di tutte le parti coinvolte per costruire un futuro più equo e sostenibile per il settore farmaceutico.

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