La Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Femminicidio ha avviato un’indagine mirata a esaminare la proliferazione di contenuti sessisti online e il loro impatto diretto sul fenomeno della violenza di genere.
L’obiettivo primario è analizzare la validità e l’efficacia dei meccanismi di monitoraggio attualmente in atto, al fine di comprendere se esistano lacune o aree di miglioramento nella prevenzione e nel contrasto alla diffusione di materiale degradante.
La Presidente della Commissione, Martina Semenzato, ha espresso con forza l’urgenza di concludere questa indagine entro la fine dell’anno, riconoscendo la necessità impellente di un intervento legislativo e di una riflessione più ampia.
L’esame non si limiterà alla mera constatazione del problema, ma si concentrerà sull’identificazione di possibili misure correttive e di strumenti giuridici già disponibili, valutandone l’adeguatezza e la potenziale applicabilità nel contesto attuale.
La diffusione di immagini e video di donne su forum e siti dedicati a contenuti sessisti rappresenta una forma di violenza simbolica che contribuisce a creare un clima di oggettivazione e degradazione, alimentando potenzialmente situazioni di pericolo reale e ostacolando il percorso verso una cultura del rispetto e della parità.
La Commissione intende dunque approfondire la correlazione tra l’esposizione online di donne e l’incremento dei casi di violenza, analizzando anche il ruolo delle piattaforme digitali e la loro responsabilità nella moderazione dei contenuti.
L’indagine si propone di valutare se sia necessario un aggiornamento delle normative esistenti, per introdurre strumenti più efficaci nella tutela della dignità e della privacy delle donne, e per responsabilizzare i gestori di siti web e social network.
Questo potrebbe includere l’introduzione di obblighi di rimozione più rapidi, sanzioni più severe per chi pubblica contenuti lesivi, e una maggiore collaborazione tra le autorità giudiziarie e le piattaforme digitali.
Parallelamente, la Commissione si occuperà di esplorare le possibili strategie di prevenzione, promuovendo campagne di sensibilizzazione rivolte sia agli utenti che ai gestori di siti web, e incoraggiando l’educazione digitale e l’alfabetizzazione mediatica fin dalla giovane età.
L’obiettivo finale è costruire un ecosistema online più sicuro e rispettoso, in cui la violenza di genere non trovi spazio né terreno fertile per diffondersi.
L’inchiesta si pone dunque come un tassello fondamentale nel più ampio impegno del Parlamento a contrastare il femminicidio e a promuovere una società più equa e inclusiva.