Ogni anno, la terza domenica di novembre, il mondo si ferma per la Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada, un’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite fin dal 2005.
Questa data non è solo una commemorazione, ma un monito, un appello alla responsabilità collettiva per ridurre l’impatto devastante degli incidenti stradali.
In Italia, la riduzione del fenomeno, seppur significativa, presenta un quadro complesso.
I dati più recenti, elaborati congiuntamente da ACI e Istat, evidenziano un calo del 60% delle vittime stradali dal 1° gennaio 2001.
Un dato incoraggiante, ma che maschera una tendenza meno ottimistica negli anni più recenti.
L’analisi semestrale rivela che, a partire dal 2019, il rallentamento del decremento delle vittime è tangibile.
Questo cambiamento suggerisce che i progressi compiuti in passato, grazie a campagne di sensibilizzazione, miglioramenti infrastrutturali e normative più stringenti, rischiano di arrestarsi.
L’ambizioso obiettivo di dimezzare le vittime entro il 2030, fissato a livello globale, appare, quindi, sempre più sfuggente.
Al di là delle cifre, è fondamentale comprendere le dinamiche sottostanti a questo rallentamento.
L’aumento del traffico veicolare, l’evoluzione delle tecnologie di guida (con la diffusione di veicoli connessi e autonomi, che introducono nuove sfide di sicurezza) e i cambiamenti comportamentali degli utenti della strada – spesso influenzati da distrazioni digitali e da un senso di invincibilità – contribuiscono a complicare il quadro.
La sicurezza stradale non è solo una questione di applicazione delle leggi, ma anche e soprattutto di cultura.
Richiede un cambio di mentalità che coinvolga tutti gli attori della strada: automobilisti, motociclisti, ciclisti, pedoni e, non ultimo, gli operatori del settore dei trasporti.
Occorre investire in una formazione continua, promuovere l’educazione stradale fin dalla prima infanzia, sviluppare infrastrutture più sicure e incentivare l’adozione di veicoli tecnologicamente avanzati, capaci di mitigare il rischio di incidenti.
La prevenzione, attraverso campagne di sensibilizzazione mirate e l’utilizzo di tecnologie innovative, deve essere prioritaria.
La Giornata del Ricordo non deve essere un momento di mera riflessione, ma un punto di partenza per un impegno concreto e rinnovato verso la sicurezza stradale, un obiettivo cruciale per proteggere vite umane e costruire un futuro più sicuro per tutti.
È un dovere morale, un imperativo sociale che ci riguarda tutti.








