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Il fenomeno di normalizzazione dei crimini: quali sono gli effetti del contagio criminale sulle nuove generazioni?

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La normalizzazione dei comportamenti criminosi sembra essere un fenomeno senza precedenti nel nostro paese. In uno scenario in cui la violenza verbale e fisica sembra prendere sempre più piede, soprattutto sui social media, è evidente che il confine tra ciò che accade online e offline sia diventato sempre meno netto. Il caso di Filippo Turetta, il giovane condannato all’ergastolo per l’omicidio della studentessa a Vigonovo, rappresenta un esempio assolutamente estremo del danno causato dalle azioni e dagli influencer dei social media. Non è un caso che alcuni giovani siano stati spinti a seguire il suo comportamento e ad indicarlo come “modello da imitare” su alcune piattaforme online.L’inchiesta conduce alla conclusione che Turetta era noto per la sua personalità aggressiva e la diffusione di messaggi violente. I giovani che lo hanno seguito probabilmente erano attratti dalla sua immagine di ragazzo ‘dritto’ e non avevano compreso il pericolo rappresentato dalle sue azioni.Il padre della vittima, Gino Cecchettin, ha espresso la propria sorpresa nel rendersi conto che suo figlio potesse essere ispirato da un individuo condannato all’ergastolo per omicidio. È innegabile che il sistema giudiziario e le istituzioni dovrebbero assolvere meglio a questa duplice funzione: riconoscere il carattere criminale di Turetta e comunicare a tutti l’impossibilità di identificarsi con un soggetto condannato.Questo caso non è isolato. Altre esperienze analoghe sono emerse in altri contesti, in cui figure che hanno commesso crimini gravi sono state oggetto di idolatria da parte di alcuni giovani. Le motivazioni alla base di questa “idolatria criminale” possono essere diverse, tra cui la convinzione di poter trovare un modello per il proprio comportamento o la mancanza di comprensione della portata del crimine commesso.È importante riconoscere che questi fenomeni sono causati anche da fattori esterni, come l’incapacità delle istituzioni e dei genitori a fornire ai giovani modelli virtuosi e la facilità con cui possono essere influenzati dalle piattaforme social. Questo porta alla necessità di un intervento più efficace per impedire che comportamenti criminogeni vengano celebrati, incoraggiati o considerati come “modello” da seguire.Il ruolo dei genitori e delle istituzioni è fondamentale nella prevenzione del contagio della cultura criminale, non solo attraverso il modello virtuoso ma anche attraverso la creazione di un’atmosfera che valorizzi l’integrità morale, i sentimenti positivi verso gli altri e le conseguenze dei comportamenti criminali.È fondamentale per tutti noi comprendere ed educare sui tempi della comunicazione moderna, sulle piattaforme social e su come queste possano influenzare il nostro modo di pensare. Non lasciamo che questi casi diventino un fenomeno normale o accettabile, ma facciamoli oggetto di dibattito pubblico per prevenire ulteriori crimini.La normalizzazione dei comportamenti criminosi è un argomento troppo serio da affrontare con superficialità. Non dobbiamo permettere che queste violenze diventino “normali” o ammissibili, ma lavoreremo insieme per educare e prevenire questi fenomeni nel futuro.Il tema della normalizzazione dei comportamenti criminogeni rappresenta un problema critico che richiede la collaborazione di tutte le parti coinvolte. Riconoscere i problemi è il primo passo verso la soluzione.

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