Un gesto di cortesia, un simbolo di grazia e un legame con il passato: il Papa Leone, al termine della consueta udienza generale, ha accettato un dono di particolare significato – un destriero bianco, un esemplare di rara bellezza e nobiltà.
L’immagine, carica di suggestioni, evoca un’epoca in cui il Pontefice non era solo figura spirituale, ma anche guida e rappresentante temporale, spesso in stretto contatto con la realtà del suo territorio.
L’atto di donare un cavallo al Papa non è una novità storica.
Si tratta di una tradizione secolare che rimanda all’epoca in cui il Pontefice, in alcune circostanze, si spostava in persona, cavalcando per visitare le sue diocesi o per partecipare a eventi pubblici.
Il bianco, in particolare, è un colore simbolico, associato alla purezza, alla luce divina e alla speranza.
La presenza di cavalli a Castel Gandolfo, residenza papale, testimonia la volontà di mantenere viva questa connessione con la tradizione equestre.
Prevost, figura di spicco nel seguito papale, possiede un’abilità equestre più che discreta, un’esperienza derivata anche da un periodo significativo della sua vita: il suo impegno missionario in Perù.
Lì, in un contesto geografico e culturale profondamente diverso da quello italiano, il cavallo non era un mero simbolo di prestigio, ma un mezzo di trasporto indispensabile.
Attraversare le valli e le montagne andine, raggiungere villaggi isolati e interagire con le comunità locali richiedeva un mezzo di locomozione affidabile e resistente.
L’esperienza in Perù ha permesso a Prevost di sviluppare un rapporto di rispetto e comprensione per l’animale, trasformando un semplice cavallo in un compagno di viaggio e un alleato prezioso.
Questa vicenda, apparentemente marginale, offre uno spunto di riflessione più ampio sul ruolo del Papa nel mondo contemporaneo.
Leone, pur operando in un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla comunicazione globale, non dimentica le sue radici storiche e il contatto diretto con il popolo.
Il dono del cavallo bianco, l’abilità equestre di Prevost, l’esperienza missionaria in Perù: tutti elementi che concorrono a dipingere un quadro di un Pontefice aperto al mondo, attento alle tradizioni e sensibile alle esigenze delle comunità che lo seguono, un Papa che, a suo modo, continua a cavalcare verso il futuro.







