La situazione critica che attanaglia il Parco Nazionale del Vesuvio, con un vasto incendio che divampa tra Terzigno, Trecase, Ercolano e Ottaviano, ha spinto il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a richiedere un intervento urgente e straordinario a livello nazionale.
La richiesta formale, indirizzata al Governo, mira all’attivazione dello stato di mobilitazione straordinaria del Servizio Nazionale della Protezione Civile, segnalando una gravità che trascende le capacità di intervento regionali.
L’incendio, alimentato da condizioni meteorologiche avverse – temperature elevate, venti insistenti e scarsa umidità – ha già percorso un fronte di oltre tre chilometri, inghiottendo centinaia di ettari di bosco e coinvolgendo, con particolare apprensione, la Riserva Integrale Tirone, un’area di eccezionale valore naturalistico e biodiversità.
L’impatto su questo ecosistema fragile è potenzialmente devastante, con il rischio di perdite irreparabili per la flora, la fauna e l’equilibrio ecologico del vulcano.
La domanda specifica di sedici colonne mobili specializzate in lotta attiva agli incendi boschivi non è una mera formalità, ma riflette una necessità impellente.
Le risorse umane e mezzi attualmente a disposizione non sono sufficienti a fronteggiare un incendio di queste dimensioni, che si sviluppa in un territorio particolarmente impervio e difficile da raggiungere.
Le colonne mobili, composte da personale altamente qualificato e dotate di attrezzature specifiche, rappresentano l’unità di intervento più efficace in queste circostanze, in grado di operare in sicurezza e di contenere le fiamme con tempestività.
Oltre all’immediato spegnimento, la richiesta di mobilitazione straordinaria implica la necessità di una risposta coordinata e multidisciplinare.
È fondamentale attivare immediatamente un’unità di valutazione dei danni, composta da esperti ambientali, agronomi e geologi, per accertare l’estensione delle perdite subite e pianificare interventi di ripristino ambientale.
La ricostituzione della vegetazione, la stabilizzazione del suolo, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la riqualificazione del paesaggio richiederanno un impegno pluriennale e risorse significative.
L’evento solleva, inoltre, interrogativi cruciali sulla gestione del rischio incendi boschivi nel Vesuvio.
La combinazione di un territorio altamente urbanizzato, la presenza di imponenti quantità di biomassa combustibile, la scarsa manutenzione delle aree boschive e i cambiamenti climatici in atto creano una condizione di elevata vulnerabilità.
È indispensabile rafforzare le misure di prevenzione, promuovere la sensibilizzazione dei cittadini, incentivare la gestione sostenibile delle risorse forestali e investire in sistemi di monitoraggio e allerta precoce.
La protezione del Vesuvio, patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore, è una responsabilità collettiva che richiede un approccio integrato e una visione di lungo periodo.