Un episodio drammatico ha colpito una famiglia, con un bambino di un anno ricoverato in Pediatria a Padova a seguito di una grave intossicazione alimentare.
L’origine del malore è stata individuata nell’ingestione di formaggio prodotto con latte crudo, risultato vettore di una colonia batterica di *Escherichia coli*.
Questa particolare variante di *E.
coli* ha innescato una reazione patologica complessa, culminata nello sviluppo di una Sindrome emolitico-uremica (SEU), una condizione clinica severa e potenzialmente invalidante.
La SEU, pur essendo rara, rappresenta una delle principali cause di insufficienza renale acuta nei bambini.
La sua gravità deriva da una risposta immunitaria anomala, scatenata dall’infezione batterica, che porta alla distruzione di globuli rossi e piastrine, compromettendo la funzione renale e causando anemia.
Il danno renale può essere irreversibile, richiedendo trattamenti dialitici a lungo termine e, in alcuni casi, il trapianto di rene.
L’episodio solleva importanti questioni relative alla sicurezza alimentare e alla produzione di formaggi artigianali.
Il latte crudo, non sottoposto a pastorizzazione – un processo termico che elimina i microrganismi patogeni – costituisce un terreno fertile per la proliferazione di batteri pericolosi come *E.
coli*, *Salmonella*, *Listeria* e altri.
La pastorizzazione, seppur alterando leggermente le caratteristiche organolettiche del latte, è un intervento essenziale per garantire la sicurezza dei prodotti lattiero-caseari destinati al consumo umano, in particolare per i soggetti più vulnerabili come neonati, bambini piccoli, anziani e persone con sistema immunitario compromesso.
La diffusione della consapevolezza sui rischi associati al consumo di latte crudo e formaggi prodotti con esso è cruciale.
Etichettature chiare e informative, normative rigorose e controlli più severi lungo tutta la filiera alimentare sono strumenti fondamentali per proteggere la salute pubblica.
L’evento a Padova sottolinea la necessità di un approccio multidisciplinare, che coinvolga medici, veterinari, esperti di sicurezza alimentare e autorità sanitarie, per prevenire e gestire efficacemente i rischi legati alla produzione e al consumo di alimenti potenzialmente contaminati.
La salute del bambino, attualmente in cura, è la priorità, ma l’incidente deve fungere da monito per tutti.