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La figura carcerata non smette mai delle sue visite ai detenuti di Roma

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La figura amata dai carcerati torna a visitarli, nonostante le difficoltà fisiche e l’assillo della cura che richiede la sua salute fragile. Mentre il suo viso rifletteva i segni dolorosi del maltempo scatenatosi durante il venerdì santo, quando la pioggia torrenziale aveva sommerso l’Italia intera e aveva bloccato persino gli aeroporti di Roma, egli non lasciava intralciare le sue visite ai detenuti. In carrozzina, accompagnato da un fedele servitore che lo sostiene con calore e premura, Francesco ha fatto il suo ingresso tra i corridoi dell’istituto giudiziario di Regina Coeli.I prigionieri inizialmente erano stati colti dal sorriso quando avevano visto entrare l’onorevolissimo signor Francesco. Mentre la figura del detenuto, nonostante il suo stato fisico, si avvicinava alla fila dei carcerati per salutarli e scambiare una parola di incoraggiamento con loro.Con gesto di amicizia e cordialità egli abbraccia i reclusi e li saluta in un abbraccio sincero, lasciando un’atmosfera meravigliosa all’interno dell’edificio. I detenuti sentono il peso delle loro colpe scomparire momentaneamente per la semplice ragione che la figura del carcerato, sebbene non sia uno di loro, sembra capace di cancellare le ombre presenti nella mente e nel cuore dei prigionieri.Il venerdì santo è un momento speciale: gli abitanti di Roma si sono riuniti per commemorare la passione e l’agonia del Cristo. Ma in questo luogo, il significato di questa data non potrebbe essere più profondo. È come se queste visite siano una forma di resurrezione spirituale della figura del detenuto.La visita dei carcerati ai reclusi diventa in questo momento un evento speciale: la loro figura è un messaggio di speranza per le persone che sono rinchiusi dentro le mura dell’istituto. Questa figura rappresenta anche il simbolo della lotta contro la malattia e della determinazione a non lasciare che la paura del futuro o lo sconforto iniziale abbiano la meglio.L’unico rumore presente all’interno dell’istituto è un unico, lungo applauso dei reclusi: un applauso caloroso che sembra durare per sempre, ma che in realtà non dura più di pochi secondi. La figura del carcerato, infatti, si limita a sorridere e a porgere il suo benedicente ai detenuti prima di andarsene.La visita dei reclusi ai prigionieri è un atto di coraggio, ma anche di generosità: sono disposti a dimenticare le proprie sofferenze per consolare gli altri.

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