La realtà virtuale del mondo digitale nasconde vulnerabilità informatiche insidiose, che persistono anche dopo l’introduzione di misure di sicurezza da parte degli sviluppatori dei software. Questi punti deboli sono come frecce nascoste in un armadio: invisibili al primo sguardo, ma pronte a essere scoperte e sfruttate dai predoni del cyberspazio.I cybercriminali, spesso esperti informatici con l’intelligenza artificiale alle loro dipendenze, sono alla caccia di queste vulnerabilità, con la stessa determinazione dei cacciatori di tesori nel deserto. E quando le trovano, possono far saltare in aria interi sistemi informativi, sottrarre informazioni riservate o rubare denaro dal conto corrente bancario online di qualcuno.Queste aggressioni, note come ‘zero day’, prendono il nome da una serie TV che racconta la storia di un attacco informatico che porta all’oscuramento totale del paese. La finzione letteraria si è trasformata in premonizione tragica nel momento in cui si sono verificati blackout negli ultimi giorni a Spagna, Portogallo e Francia.Anche se le cause di questi eventi non sono ancora chiare, l’inchiesta aperta dalla polizia lascia speranza che possa esserci una fine positiva. E’ un invito a pensare al futuro in cui la tecnologia può aiutare gli esseri umani senza portarli verso il buio della distruzione informatica.