domenica 14 Settembre 2025
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Mario Ulivi: spento un testimone dell’eccidio di Sant’Anna.

Il silenzio si è aggiunto a quello già pesante della memoria collettiva: Mario Ulivi, testimone privilegiato di una delle pagine più cruente della Seconda Guerra Mondiale, è deceduto all’età di 86 anni.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel tessuto della comunità lucchese e, più ampiamente, nel panorama della memoria storica italiana.

Mario Ulivi non era semplicemente un sopravvissuto; era un custode vivente del ricordo di Sant’Anna di Stazzema, un borgo toscano martoriato il 12 agosto 1944 da un eccidio deliberato e spietato, perpetrato dalle milizie nazifasciste come parte dell’Operazione Ilseschlag.

All’epoca, il bambino di cinque anni assistette, impaurito e indifeso, alla devastazione che strappò la vita alla madre e alla sorella diciottenne Lidia.
L’eccidio di Sant’Anna, che colpì anche i paesi limitrofi di Marittima, Coldirodi e Teverina, rappresenta una delle più grandi atrocità commesse sul territorio italiano, un crimine contro l’umanità che mirava a terrorizzare la popolazione civile e a punire presunti atti di resistenza.

I corpi senza vita di civili innocenti, uomini, donne e bambini, furono caricati su camion e gettati in una profonda gola, nel tentativo disperato di cancellare le tracce del massacro.
La vita di Mario Ulivi, segnata da un trauma infantile di tale portata, si è svolta all’insegna del ricordo e della testimonianza.

Innumerevoli volte, ha ripercorso mentalmente quei tragici eventi, cercando di dare voce agli scomparsi e di trasmettere alle nuove generazioni la gravità delle conseguenze della guerra e dell’odio.

La sua testimonianza, carica di umanità e di dolore, ha contribuito a mantenere viva la memoria dell’eccidio, affinché simili atrocità non si ripetano mai più.

La sua figura, umile e discreta, si è elevata come un faro nella notte della memoria, illuminando la necessità di una costante vigilanza democratica e di una profonda riflessione sui valori della pace e della tolleranza.
La sua scomparsa ci invita a rinnovare il nostro impegno per la difesa dei diritti umani, per la promozione della giustizia e per la costruzione di un futuro in cui la memoria del passato possa servire da monito e da guida.

Il suo silenzio è ora un appello alla responsabilità, un invito a non dimenticare, a ricordare sempre, affinché la storia possa insegnarci a costruire un mondo migliore.

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