Il legale Sergio Pisani, rappresentante della famiglia di Martina Carbonaro, la giovane di quattordici anni strappata alla vita ad Afragola, ha ufficializzato l’intenzione di adire le vie legali per ottenere un risarcimento danni. La richiesta, formulata con fermezza, si basa su una profonda riflessione sulle dinamiche che hanno portato alla tragica scomparsa e sulla contestazione di gravi mancanze nella gestione del contesto in cui è maturato il gesto violento.L’avvocato Pisani non si limita a denunciare la perdita irreparabile subita dai genitori di Martina, ma pone l’attenzione sulle responsabilità strutturali che hanno permesso a un adolescente, Alessio, di accedere a un’arma letale e di compiere un atto così efferato. La denuncia si concentra in particolare sulle condizioni di abbandono in cui versava il cantiere edile, sito a Afragola, finanziato con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).”È inaccettabile che un’area di lavoro, oggetto di ingenti investimenti pubblici, fosse priva di adeguate misure di sicurezza, creando un ambiente favorevole alla commissione di un crimine,” dichiara l’avvocato. La sua richiesta non è una mera rivendicazione economica, ma un’esortazione a una profonda riflessione sulle procedure di controllo e supervisione dei progetti finanziati con fondi pubblici.L’avvocato Pisani, con un appello diretto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sollecita un intervento urgente per accertare le cause di tale negligenza. La Presidente è invitata a chiarire come un cantiere che beneficia di risorse del PNRR potesse trovarsi in condizioni di tale degrado, mettendo a rischio l’incolumità pubblica e, nel caso specifico, contribuendo alla morte di una giovane donna.La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla governance dei fondi europei e sulla responsabilità delle autorità pubbliche nel garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro. L’azione legale intende non solo ottenere un risarcimento per la famiglia di Martina, ma anche promuovere un cambiamento sistemico, rafforzando i controlli e le misure di prevenzione per evitare che simili tragedie si ripetano. L’episodio evidenzia una falla nella catena di responsabilità che, da un lato, prevede l’erogazione di finanziamenti per lo sviluppo infrastrutturale e, dall’altro, dovrebbe assicurare la sicurezza e la tutela dei cittadini. L’azione legale mira a colmare questa lacuna, trasformando il dolore di una famiglia in un’opportunità per migliorare la sicurezza e la giustizia a livello nazionale.