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Maturità, ritorno all’Esame di Stato: ecco le novità approvate

Il dibattito sulla valutazione finale del percorso scolastico secondario superiore ha visto recentemente una svolta significativa con l’approvazione in prima lettura, da parte del Senato, di un decreto legislativo che ripropone la denominazione di “Esame di Stato” per quella che comunemente chiamiamo maturità.

L’approvazione, avvenuta per alzata di mano, segna un punto di partenza in un processo legislativo volto a ridefinire i criteri e le modalità di accesso all’istruzione universitaria e, più in generale, al mondo del lavoro.
La riforma, oggetto di attesa e discussione da parte di studenti, docenti e famiglie, introduce modifiche strutturali che mirano a rafforzare la centralità della valutazione e a garantire una maggiore coerenza con gli obiettivi formativi del percorso quinquennale.

Un elemento chiave della riorganizzazione è il ritorno all’obbligatorietà di tutte le prove, inclusa la prova orale, per la superamento dell’esame.

Questa scelta, lungi dall’essere una semplice riproposizione del passato, riflette una volontà di restituire all’esame il ruolo di verifica complessiva delle competenze acquisite, andando oltre la mera somma di valutazioni parziali.

Un’ulteriore novità introdotta dal decreto riguarda la composizione della commissione d’esame, strutturata in una combinazione di figure interne all’istituto e docenti esterni.
Questa composizione ibrida, con la presenza di due membri esterni e due interni, è pensata per garantire un giudizio più ampio, oggettivo e condiviso, mitigando il rischio di valutazioni influenzate da dinamiche interne alla scuola.

La scelta dei docenti esterni, in particolare, mira a portare una prospettiva differente e a favorire la condivisione di buone pratiche tra istituti diversi.
Un aspetto particolarmente rilevante è la definizione delle materie oggetto del colloquio orale.
Il Ministero dell’Istruzione, con un’ordinanza prevista per gennaio, indicherà le quattro discipline che costituiranno il fulcro del confronto.

Questa decisione, seppur apparentemente tecnica, ha implicazioni profonde, poiché orienta la preparazione degli studenti e definisce le aree di conoscenza ritenute fondamentali per l’accesso all’istruzione superiore.

La scelta delle materie, pertanto, non è casuale, ma riflette una valutazione strategica delle competenze ritenute indispensabili per affrontare le sfide del futuro.

La riforma, nel suo complesso, si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sul sistema educativo nazionale, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo della scuola come strumento di crescita personale e professionale.

L’introduzione di queste modifiche rappresenta un passo verso un esame di Stato più selettivo, più orientato alla verifica delle competenze e più attento a garantire l’equità e la trasparenza del processo di valutazione.

Il dibattito parlamentare proseguirà con l’esame degli articoli successivi del decreto, che definiranno con maggiore dettaglio le modalità di attuazione della riforma e le relative implicazioni per studenti, docenti e istituzioni scolastiche.

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