Milano, un sistema di speculazione urbanistica sotto accusa: nuove rivelazioni nel caso Park Towers e un’indagine pluricentenariaLa giustizia milanese si appresta a celebrare un nuovo capitolo della vasta inchiesta sull’urbanistica, un’indagine che, innescata alcuni anni fa, ha scosso le fondamenta della pianificazione territoriale e sollevato interrogativi profondi sulla legalità e sulla trasparenza dell’azione amministrativa.
L’ultimo procedimento, relativo al complesso delle Park Towers in zona Parco Lambro, si aggiunge a una serie di indagini che coinvolgono figure di spicco del panorama politico ed economico milanese, tra cui ex dirigenti comunali, assessori, immobiliaristi e progettisti.
L’avvio del processo, fissato per il 12 novembre, è un momento cruciale in un’indagine che si è evoluta, crescendo di complessità e ramificazioni.
L’arresto dell’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni per corruzione, nel marzo scorso, e le successive richieste di misure cautelari, che hanno visto coinvolti figure di primo piano come l’ex assessore Giancarlo Tancredi e lo sviluppatore Manfredi Catella, hanno conferito all’inchiesta un’intensità e un’urgenza inedite.
Al centro del procedimento relativo alle Park Towers, tre edifici di notevole altezza (81, 59 e 10 metri) che ospitano 113 appartamenti, vi è l’accusa di aver realizzato un’operazione speculativa, apparentemente celata dietro una procedura semplificata, la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), invece di seguire la più rigorosa procedura del piano attuativo.
Questa manovra avrebbe permesso di aggirare vincoli urbanistici e paesaggistici, privando la comunità locale dei benefici previsti, come aree verdi e parcheggi.
Le accuse, che ricadono su figure chiave come l’immobiliarista Andrea Bezziccheri (di Bluestone), il progettista Sergio Francesco Maria Asti e diversi ex dirigenti dello Sportello Unico Edilizia, vanno dall’abuso edilizio alla lottizzazione abusiva, passando per il falso in atti e la violazione delle normative paesaggistiche.
Particolarmente rilevante è l’aspetto relativo agli oneri di urbanizzazione, versati dai costruttori ma a un valore significativamente inferiore a quello dovuto.
L’inchiesta ha rivelato un presunto “sistema deviato”, che si sarebbe basato su varianti ai piani regolatori, camuffate da iniziative di edilizia residenziale sociale per aumentare volumetrie e altezze a favore delle imprese.
Un ruolo centrale in questo sistema è stato attribuito alla Commissione Paesaggio, accusata di rilasciare permessi in cambio di tangenti, apparentemente sotto forma di consulenze.
Il procedimento sulle Park Towers si inserisce in un quadro più ampio di indagini che coinvolgono progetti immobiliari di grande rilevanza per la città di Milano, come la Torre Milano di via Stresa, il progetto immobiliare di via Fauchè e il complesso residenziale del Bosconavigli, quest’ultimo firmato dall’architetto Stefano Boeri.
La complessità delle indagini ha portato, in alcuni casi, al coinvolgimento diretto del sindaco Sala, come testimone nel procedimento relativo alla Torre Milano.
La Corte dei Conti della Lombardia ha inoltre quantificato un presunto danno erariale di 300.
000 euro, a testimonianza dell’impatto economico negativo di queste irregolarità.
Le difese, nel tentativo di smontare l’impianto accusatorio, sostengono che le operazioni sono state condotte nel rispetto delle normative vigenti, in piena trasparenza e buona fede.
L’inchiesta sull’urbanistica milanese rappresenta un momento di riflessione profonda sulla necessità di rafforzare i controlli, promuovere la trasparenza e garantire la legalità nell’azione amministrativa, per tutelare il bene comune e il diritto alla città per tutti i cittadini.