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Nuove ombre sulla difesa: Marchignoli denuncia stalking reiterato.

La vicenda di Solange Marchignoli, penalista di fama e voce autorevole nella difesa dei diritti delle donne vittime di violenza, si infittisce di nuove ombre.
L’avvocata, già provata da un passato segnato da un rapporto abusivo con un uomo di origine iraniana, si trova a denunciare una reiterata violazione delle misure cautelari imposte all’ex compagno, ora agli arresti domiciliari.

La gravità della situazione risiede nel fatto che, nonostante l’espresso divieto di utilizzare strumenti telematici, l’uomo avrebbe continuato a perseguitare l’avvocata attraverso canali social, disseminando minacce e diffamazioni.

Questa persistenza nella condotta persecutoria non solo aggrava la situazione emotiva e psicologica di Marchignoli, ma ne sottolinea anche la vulnerabilità e l’impotenza di fronte a un aggressore apparentemente determinato a mantenere il controllo.

La storia di Marchignoli si intreccia con altre vicende di cronaca nera che l’hanno vista impegnata nella difesa di donne vittime di abusi, come Azouz Marzouk, Alessia Pifferi e Nina Moric.

La sua esperienza professionale, unita alla sua stessa condizione di vittima, le conferisce una sensibilità particolare e la spinge a rompere il silenzio, affrontando pubblicamente il proprio trauma.
In un’intervista televisiva, l’avvocata ha esortato le donne a non cedere alla paura e alla vergogna, incoraggiandole a rivolgersi alla giustizia come strumento di protezione.
Le violenze subite da Marchignoli hanno lasciato segni profondi, tanto da richiedere interventi chirurgici delicati, testimonianza tangibile della brutalità degli abusi.
La nuova denuncia non è solo un atto di autodifesa, ma anche un appello a rafforzare le misure cautelari nei confronti dell’aggressore, un uomo che, pur mostrando segni di un percorso di disintossicazione dalla droga, sembra incapace di rinunciare alla sua condotta manipolatoria e violenta.
L’episodio solleva interrogativi cruciali sull’efficacia delle misure protettive e sulla necessità di un approccio più incisivo nella lotta contro la violenza di genere, garantendo alle vittime non solo un risarcimento, ma soprattutto un reale senso di sicurezza e protezione.

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