Un’impennata termica dirompente interrompe la breve pausa concessa dal recente, seppur effimero, calo delle temperature.
L’Italia si prepara ad affrontare un’ondata di calore intensa e prolungata, con previsioni che indicano una decina di giorni di sofferenza termica, con temperature che localmente supereranno i 40 gradi Celsius all’ombra.
Questo ritorno a valori elevati implica il ritorno dei codici colore di allerta meteo, con l’attivazione dei bollini arancioni – segnale di pericolo per le fasce di popolazione più vulnerabili – in un numero crescente di comuni.
L’aumento del rischio ondato, inizialmente contenuto in due località (Firenze e Rieti) domani, si estenderà a cinque città sabato, includendo Bolzano, Brescia e Perugia.
Questo scenario mette in luce una crescente difficoltà di gestione del rischio calore a livello nazionale, soprattutto considerando la popolazione anziana e le persone con patologie preesistenti.
Il mese di luglio, pur concludendosi con una discontinuità rispetto alla serie record di ondate di calore che lo avevano caratterizzato, si classifica comunque come il terzo luglio più caldo mai registrato in Italia.
Le proiezioni per agosto, tuttavia, dipingono un quadro ancora più preoccupante, con un ritorno a livelli termici significativamente più alti, erosi solo parzialmente dalla progressiva riduzione della durata delle ore di luce.
Secondo le analisi del meteorologo Lorenzo Tedici, responsabile dei media di iLMeteo.
it, l’afflusso di aria calda proveniente dall’Africa, veicolata da un potente anticiclone, sarà responsabile di picchi termici notevoli: Terni si attesterà sui 40°C, Firenze sui 39°C e Roma non scenderà sotto i 38°C.
Questi valori non rappresentano solo un superamento delle medie stagionali, ma incarnano un’esacerbazione del fenomeno, resa ancora più critica dalla combinazione con la stagione estiva, caratterizzata da una maggiore sensazione di disagio termico per via dell’umidità residua e della già ridotta durata del buio.
L’evento, pertanto, solleva interrogativi urgenti sulla capacità del Paese di adattarsi a un clima che muta rapidamente, richiedendo una pianificazione più efficace per la protezione della salute pubblica e la gestione delle risorse idriche, già messe a dura prova da una prolungata siccità.