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venerdì 24 Ottobre 2025

Piritore agli arresti: nuova svolta nell’omicidio Mattarella

La Procura di Palermo ha disposto l’applicazione della misura degli arresti domiciliari per Filippo Piritore, figura di spicco nel panorama delle forze dell’ordine siciliane, precedentemente operativo come funzionario della Squadra Mobile palermitana e successivamente Prefetto.
La notizia, comunicata ufficialmente dall’autorità giudiziaria, apre un nuovo, delicato capitolo nell’inchiesta riguardante uno dei delitti più inquietanti e irrisolti della storia della Sicilia: l’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, avvenuto il 6 gennaio 1980.

L’indagine, riaperta e profondamente rivista negli ultimi anni, ha portato gli inquirenti a concentrare l’attenzione su presunte azioni di ostacolo all’accertamento della verità, azioni che avrebbero deliberatamente impedito o ritardato l’identificazione dei responsabili di quell’atroce evento.

La figura di Piritore, con la sua lunga e illustre carriera nel mondo della sicurezza, si pone al centro di questo scenario, suscitando interrogativi complessi sulla dinamica delle indagini originarie e sulle possibili ragioni che avrebbero spinto, in passato, a deviare i fili dell’inchiesta.
Il caso Mattarella, nel contesto storico degli anni ’80, rappresentò un punto di snodo nella complessa geografia della criminalità organizzata siciliana e delle sue connessioni politiche.

L’omicidio, commesso in un momento di grande tensione sociale e politica, contribuì a creare un clima di incertezza e paura, alimentando sospetti e congetture che persistono ancora oggi.
L’assenza di una verità piena e condivisa ha pesato sulla coscienza collettiva e ha mantenuto aperta una ferita dolorosa.

L’arresto domiciliari di Piritore non implica una confessione di colpevolezza, ma sottolinea la gravità delle accuse che gli vengono contestate: depistaggio in relazione a un’indagine di Stato.
Il termine “depistaggio” assume un’importanza cruciale in questo contesto, indicando un’azione deliberata volta a indirizzare le indagini verso false piste, a occultare prove o a proteggere i veri responsabili.

Le indagini in corso si concentrano ora sull’analisi di documenti, testimonianze e archivi storici per ricostruire le dinamiche interne alle forze dell’ordine e per verificare se siano state compiute azioni volte a proteggere i mandanti o gli esecutori materiali del delitto.
La vicenda solleva interrogativi profondi sul ruolo delle istituzioni, sulla responsabilità dei funzionari pubblici e sulla necessità di garantire trasparenza e imparzialità nell’esercizio delle funzioni di polizia.
L’inchiesta, in questa sua nuova fase, rappresenta un atto di giustizia nei confronti della memoria di Piersanti Mattarella e della sua famiglia, ma anche un’opportunità per fare luce su un capitolo oscuro della storia siciliana e per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.

La complessità del caso richiede un’indagine approfondita e imparziale, che tenga conto di tutti gli elementi disponibili e che non si lasci intimidire da pressioni esterne o da interessi particolari.

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