La maestosa balaustra marmorea che abbraccia l’imponente Ponte di Rialto, testimone silenziosa di secoli di storia veneziana, ha subito danni significativi a causa di un incidente che ha gettato un’ombra sulla tranquillità della città.
Un barcone, destinato al trasporto di merci, ha violentemente impattato contro la struttura, provocando la parziale distruzione di una porzione di quella che rappresenta una delle icone architettoniche di Venezia.
Le indagini preliminari, condotte dalle autorità competenti, suggeriscono che la dinamica dell’incidente sia legata a un tentativo di furto.
Sembra che una donna abbia tentato di impossessarsi del motore del barcone, un “mototopo”, che trasportava una consistente partita di spedizioni per conto di una ditta di logistica.
L’azione disperata, presumibilmente mirata a sottrarre il carico, ha inavvertitamente portato a una manovra errata, con conseguente collisione contro la balaustra.
L’episodio solleva interrogativi complessi sulla sicurezza della viabilità acquea veneziana, spesso congestionata da un traffico misto di imbarcazioni private, traghetti pubblici e, appunto, mezzi di trasporto merci.
La presenza di quest’ultimi, spesso impiegati in orari notturni o in condizioni di scarsa visibilità, rappresenta un potenziale rischio per il patrimonio storico-artistico della città.
L’incidente non è un evento isolato.
Negli anni, Venezia ha subito danni ripetuti a monumenti e infrastrutture a causa di collisioni con imbarcazioni, fenomeni amplificati dalla complessità del suo ecosistema lagunare e dalla delicatezza dei materiali lapidei che compongono le sue strutture.
La balaustra del Ponte di Rialto, in particolare, è costantemente esposta all’usura del tempo e all’azione erosiva dell’acqua, richiedendo interventi di manutenzione periodici per preservarne l’integrità.
La vicenda, al di là del danno materiale, pone l’accento su una problematica più ampia: la necessità di una revisione delle procedure di controllo e di una maggiore sensibilizzazione da parte di tutti gli operatori della viabilità acquea.
Occorre ripensare le rotte, implementare sistemi di monitoraggio più efficaci e rafforzare i controlli per garantire la salvaguardia del patrimonio veneziano, un bene prezioso non solo per l’Italia, ma per l’intera umanità.
La donna coinvolta è attualmente al vaglio delle autorità, ma la questione della sicurezza lagunare necessita di una risposta strutturale e di lungo termine, coinvolgendo istituzioni, operatori economici e comunità locale, per evitare che simili episodi si ripetano, compromettendo irrimediabilmente il cuore pulsante di Venezia.





