Riccardo Pulvini, giovane vicentino di trentatré anni, ha lasciato un vuoto inaspettato nella vibrante metropoli di Londra, dove aveva costruito una vita professionale e personale negli ultimi quindici anni.
La sua scomparsa, avvenuta nel suo appartamento londinese, ha suscitato sgomento tra amici, colleghi e familiari, ancora in attesa di risposte definitive sulla causa del decesso.
Il percorso di Riccardo, iniziato con il diploma, lo ha visto lasciare l’Italia in cerca di opportunità e di un orizzonte più ampio.
La sua scelta, lungi dall’essere un mero spostamento geografico, rappresentava una ricerca di indipendenza e di realizzazione personale, un desiderio di contribuire con il proprio talento in un contesto internazionale.
La sua carriera, focalizzata sull’arte dell’esposizione e del visual merchandising, lo ha visto emergere come figura di spicco nel settore del lusso.
La sua abilità nel creare ambienti suggestivi e coinvolgenti, capaci di valorizzare prodotti e marchi prestigiosi, lo ha portato a ricoprire ruoli di responsabilità presso importanti istituzioni.
L’ultimo incarico, presso Harrods, testimonia il suo successo e la sua professionalità: la gestione delle tre food hall, dell’enoteca e di diversi ristoranti richiedeva sensibilità, creatività e una profonda conoscenza del settore enogastronomico e dell’ospitalità di alto livello.
La sua immagine, in passato, ha adornato poster e campagne di sensibilizzazione, in un’iniziativa promossa da Gilead, un’azienda biofarmaceutica americana, volta a promuovere la consapevolezza e la prevenzione dell’HIV.
Questa partecipazione, che rifletteva la sua sensibilità sociale e il suo impegno verso la comunità, aggiunge una dimensione umana alla sua storia, sottolineando la sua volontà di utilizzare la propria visibilità per cause importanti.
L’attesa dell’autopsia, prevista a Londra, è un momento di sospensione, un tentativo di dare un nome alla causa di un’esistenza interrotta troppo presto.
La comunità italiana a Londra, come la famiglia in provincia di Vicenza, attende con ansia risposte, cercando di elaborare il dolore e di conservare il ricordo di un giovane uomo che ha lasciato un segno, seppur breve, in due mondi.
La sua storia, in definitiva, è un esempio di come il coraggio di inseguire i propri sogni possa portare a esperienze significative, ma anche quanto inaspettatamente fragile possa essere la vita stessa.