Il Governo ha formalizzato un intervento legislativo di rilevanza strategica per il sistema di valutazione conclusiva del percorso scolastico secondario superiore, con l’approvazione di un decreto legge che rimodula profondamente l’esame di Stato.
L’intervento, illustrato dal Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, mira a riaffermare il valore dell’esame come momento cruciale di verifica delle competenze acquisite, delineando un quadro più rigoroso e focalizzato sull’effettivo livello di preparazione degli studenti.
La riforma introduce modifiche sostanziali alla prova orale, un pilastro fondamentale dell’esame di maturità.
L’accento è stato spostato dalla mera esibizione di una performance a una valutazione approfondita delle capacità di ragionamento, argomentazione e collegamento tra le diverse discipline.
L’esame orale non sarà più un mero elenco di domande e risposte, ma un vero e proprio dialogo costruttivo, volto a sondare la comprensione critica e la capacità di applicare le conoscenze acquisite in contesti complessi.
Un elemento chiave della nuova normativa è la conseguente ridefinizione dei criteri di valutazione.
La “scena muta”, intesa come un’esibizione priva di sostanza o inefficace nel comunicare il proprio pensiero, sarà considerata un elemento negativo che incide significativamente sul giudizio complessivo.
Questo non significa una penalizzazione arbitraria, ma piuttosto una valutazione attenta alla capacità dello studente di articolare in modo coerente e pertinente le proprie idee, dimostrando una padronanza effettiva del materiale studiato.
La norma prevede, inoltre, una più severa applicazione dei requisiti di partecipazione all’esame orale.
L’assenza ingiustificata o la mancata esecuzione regolare della prova orale comporteranno la non sufficienza, ribadendo l’importanza di un impegno attivo e responsabile da parte del candidato.
Questa disposizione, seppur rigorosa, si configura come un segnale forte per gli studenti, incentivandoli a prepararsi adeguatamente e a rispettare il valore istituzionale dell’esame.
L’obiettivo generale di questa riforma è duplice: rafforzare il valore certificativo dell’esame di maturità e promuovere un’istruzione più focalizzata sullo sviluppo di competenze reali e applicabili.
Il provvedimento si inserisce in un più ampio dibattito sulla qualità dell’istruzione e sulla necessità di adeguare il sistema di valutazione alle esigenze del mondo del lavoro e della società contemporanea.
La nuova normativa rappresenta un punto di partenza per un percorso di riflessione e miglioramento continuo, con l’auspicio di un esame di maturità più significativo e rappresentativo delle reali capacità degli studenti italiani.