Le tinte della notte si sono abbattute sulla città eterna, velando il panorama urbano e lasciandolo sospeso in un’atmosfera di silenzio carico di significato. La Rete degli studenti ha dato vita a una cerimonia commemorativa senza precedenti, ribattezzando alcune delle vie più simboliche della città con nomi che evocano i volti delle vittime del lavoro. Una scelta audace e profondamente umana che intende ricordare, attraverso la rinominazione di luoghi pubblici, le storie drammatiche di chi ha perso la vita in ambiente lavorativo.Via di Trastevere, quella strada acciottolata che si snoda tra le case dei romani e sembra guardare verso il fiume Tevere con un sorriso nostalgico, è stata trasformata nel Viale Lorenzo Parelli. Un nome che ricorda un ragazzo, un giovane con il sogno di costruirsi una vita migliore, ucciso sul posto di lavoro in un percorso di apprendistato. La parola “pcto”, abbastanza frequente negli annunci dei quotidiani locali, assume un senso diverso oggi: la disperazione e la rabbia contro un sistema che sembra non fare nulla per proteggere il futuro dei giovani.Piazza Vittorio Emanuele, quell’ampio spazio urbano dove le insegne dei negozianti sono illuminate a festa la sera, ora si chiama Piazza Satnam Singh. Il nome evoca l’immagine di un lavoratore immigrato, uno tra i tanti che hanno cercato nella nostra terra una possibilità di speranza e lavoro ma trovato solo la fine in un angolo remoto del Lazio, a Latina.La rinominazione delle vie è un messaggio di dolore ma anche di rabbia. Non sono solo gli spazi urbani ad essere cambiate con l’idea della Rete degli studenti; dentro ai cuori dei romani c’è cambiata qualcosa. Il ricordo delle vittime non deve andare perso e la città, che spesso si presenta così compatta ma in realtà nasconde molte storie di vita, deve prendere coscienza del problema più grave: l’inazione degli organi istituzionali nei confronti della sicurezza dei lavoratori.