La comunità di Marcon, nel Veneziano, è ancora scossa dalla tragica scomparsa di Alex Marangon, deceduto la notte tra il 29 e il 30 giugno 2023 a Vidor, nel Trevisano.
La sua morte, avvolta nel mistero e oggetto di indagine giudiziaria, è legata a un rituale sciamanico che si sarebbe celebrato in quelle circostanze.
L’inchiesta, attualmente in corso, ha portato alla formalizzazione di indagini a carico di quattro persone, sospettate di lesioni colpose o omissione di soccorso, con l’aggravante che tali azioni potrebbero aver condotto alla morte del giovane.
L’episodio solleva interrogativi complessi e delicati, che vanno oltre la mera ricostruzione dei fatti.
Innanzitutto, si pone il nodo relativo alla legittimità e alla regolamentazione delle pratiche sciamaniche in Italia.
Sebbene l’espressione “sciamanesimo” possa evocare immagini esotiche e lontane, in realtà queste pratiche, spesso legate a un profondo legame con la natura e alla ricerca di un equilibrio spirituale, sono presenti in diverse forme anche nel nostro Paese.
La loro natura, spesso legata a rituali complessi e all’uso di sostanze psichedeliche, rende fondamentale un quadro normativo chiaro che ne definisca i limiti e garantisca la sicurezza dei partecipanti, evitando abusi e manipolazioni.
L’inchiesta non si limita a investigare le responsabilità individuali, ma mira a fare luce sull’intera dinamica del rituale, sulle motivazioni che lo hanno portato ad essere celebrato e sul ruolo di ciascuno dei soggetti coinvolti.
Gli inquirenti stanno analizzando la documentazione relativa al gruppo sciamanico che ha organizzato l’incontro, ricostruendo i dettagli del rituale, i preparativi, e le sostanze eventualmente utilizzate.
Si sta verificando se vi fossero avvertimenti o segnali di pericolo ignorati, se vi siano stati comportamenti negligenti o imprudenti da parte degli organizzatori o dei partecipanti, e se Alex Marangon fosse consapevole dei rischi connessi alla partecipazione al rituale.
La vicenda, oltre alle implicazioni legali, apre un dibattito più ampio sulla ricerca spirituale contemporanea, sul bisogno di significato e di connessione che spinge sempre più persone a cercare risposte al di fuori dei percorsi tradizionali.
L’uso di pratiche sciamaniche, spesso promosse come vie di accesso a stati di coscienza alterati e di guarigione interiore, necessita di un’attenta riflessione etica e di una maggiore consapevolezza dei potenziali rischi.
La tragica morte di Alex Marangon rappresenta un monito severo, che invita a interrogarsi sui limiti della libertà individuale, sulla responsabilità collettiva e sulla necessità di tutelare la salute e la sicurezza delle persone, anche quando si tratta di pratiche spirituali.
La giustizia dovrà accertare le responsabilità, ma la società nel suo complesso è chiamata a confrontarsi con le complesse implicazioni etiche e sociali che emergono da questa vicenda.