Roma, un intreccio di storia, memoria e mistero si riapre nel cuore della città.
Le indagini, riprese con rinnovata urgenza, si concentrano sul complesso della Casa del Jazz, un luogo avvolto da un’aura di segretezza e legato a una delle pagine più oscure della cronaca romana: la scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, inghiottito dal silenzio nel 1994.
L’operazione, più che una semplice ispezione, rappresenta un tentativo di disvelare un capitolo inesplorato di un’indagine mai veramente conclusa, un’eredità pesante che si tramanda tra le istituzioni e le famiglie coinvolte.
L’attenzione è rivolta alla localizzazione di un tunnel, denominato “tombato”, la cui esistenza, se confermata, potrebbe svelare la presenza di resti umani, potenzialmente appartenenti al giudice Adinolfi.
Le verifiche, coordinate con meticolosa precisione, abbracciano un’area estesa, focalizzandosi sui dintorni della villa che un tempo fu dimora di Enrico Nicoletti, figura chiave indagata per i suoi presunti legami come cassiere all’interno della temuta banda della Magliana.
Nicoletti, scomparso anni prima, lascia dietro di sé un reticolo di relazioni e di segreti che ancora oggi alimentano interrogativi e speculazioni.
L’impulso a riprendere le indagini è giunto dall’ex magistrato Guglielmo Muntoni, oggi presidente dell’Osservatorio sulle politiche per il contrasto alla criminalità economica presso la Camera di Commercio di Roma.
Muntoni, forte di una profonda conoscenza del caso e animato da un forte senso di giustizia, ha inserito questa ricerca all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione della storica galleria, un’iniziativa che ambisce a restituire alla città un bene architettonico di valore, liberandolo al contempo dal peso di un passato traumatico.
La presenza sul posto del figlio del giudice, Lorenzo Adinolfi, aggiunge un’ulteriore carica emotiva all’operazione.
Lorenzo, da anni impegnato nella ricerca della verità sulla scomparsa del padre, incarna la speranza di una risposta, un epilogo che possa finalmente dare pace alla sua famiglia e restituire dignità alla memoria del giudice.
I nuovi scavi, previsti per riprendere lunedì, si annunciano cruciali.
Non si tratta solo di una ricerca fisica, ma di un’indagine simbolica, un tentativo di scavare nel passato per estrarre la verità, un atto di giustizia per un uomo scomparso e per le sue radici, profondamente radicate nella storia e nella cultura romana.
La speranza è che il tunnel, se esistente, possa rivelare non solo resti umani, ma anche indizi e documenti che possano gettare luce su un caso ancora avvolto nel mistero, svelando le dinamiche complesse e i retroscena di un’epoca buia per la capitale.







