sabato, 7 Giugno 2025
CronacaScalamandré, pena ridotta: un contesto familiare...

Scalamandré, pena ridotta: un contesto familiare al centro della sentenza.

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La sentenza della seconda sezione della Corte d’Assise d’appello di Milano offre un quadro complesso e sfaccettato, delineando le ragioni che hanno condotto a una significativa riduzione della pena per Alessio e Simone Scalamandré, i figli del padre Pasquale, assassinato il 10 agosto 2020 a Genova. La decisione non si limita a considerare l’episodio immediatamente precedente al decesso – l’intrusione in casa in violazione di un ordine restrittivo e il tentativo di manipolare la denuncia del figlio maggiore – ma incarna una valutazione approfondita di un lungo e tormentato percorso familiare, costellato da anni di crescenti tensioni, comportamenti vessatori e intimidazioni dirette nei confronti della madre.La Corte, nella sua motivazione scritta, ha espresso chiaramente come il contesto familiare, caratterizzato da dinamiche disfunzionali e da un clima di paura latente, abbia inciso profondamente sulla soggettività dei due imputati. Il comportamento paterno, descritto come abusivo e manipolatorio, ha contribuito a creare un ambiente in cui la frustrazione e la rabbia dei figli si sono accumulate, sfociando, tragicamente, nell’evento che ha portato alla morte di Pasquale Scalamandré.La decisione di attenuare la pena non giustifica in alcun modo l’atto violento commesso, ma riconosce la necessità di analizzare le cause profonde che lo hanno generato, al fine di comprendere appieno la complessità della vicenda. Si tratta di una valutazione che tiene conto della psicologia del reato, riconoscendo come il comportamento abusivo e prolungato del padre abbia, in qualche misura, contribuito a creare le condizioni che hanno portato all’omicidio. L’analisi della Corte evidenzia, inoltre, come il trauma subito dalla madre, vittima di anni di soprusi e minacce, rappresenti un elemento cruciale per comprendere la delicatezza del contesto familiare e le difficoltà incontrate dai figli nel confrontarsi con una figura genitoriale dominante e distruttiva. La prospettiva della Corte d’Assise d’appello di Milano introduce una riflessione importante sul ruolo del sistema giudiziario, invitandolo a guardare oltre la semplice materialità del reato, per indagare le radici profonde del male e le dinamiche interpersonali che possono portare alla violenza. L’esecuzione della pena, prevista per l’estate, segna un capitolo di questa vicenda, ma la sua risoluzione richiede una riflessione più ampia sulla responsabilità genitoriale, la tutela delle vittime di abusi e la necessità di promuovere un cambiamento culturale che contrasti la violenza in tutte le sue forme.

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