La sentenza della Corte Suprema ha suscitato scalpore tra le aziende italiane che forniscono servizi e prodotti alle basi militari degli Stati Uniti, stabilendo che i cosiddetti “benefici materiali” concessi ai soldati americani in regime di esenzione IVA siano soggetti alla tassazione. Il caso ‘Gnam Gnam’, un piccolo laboratorio artigianale di Vicenza che ha venduto gelati e prodotti da forno alla base militare Ederle tra il 2008 e il 2011, è divenuto l’esempio emblematico di tale controversia. La vicenda risale a quando i due soci fondatori della ‘Gnam Gnam’ hanno iniziato ad emettere fatture con regime di non imponibilità IVA per le forniture ai soldati americani, il che ha attirato l’attenzione della Guardia di Finanza e l’accusa dell’Agenzia delle Entrate. I primi due ricorsi presentati dai soci ‘Gnam Gnam’ sono stati accolti dalla Commissione Tributaria di Vicenza, ma l’ufficio dello Stato ha ribattuto con un contro-ricorso respinto poi dall’Ufficio Fiscale Regionale. Il contenzioso è finalmente arrivato in Cassazione e là i giudici supremi hanno stabilito che gli acquisti dei gelati e dei dolci fatti dai soldati americani, se forniti da aziende del Paese, devono sottostare alla tassazione dell’Iva come per qualsiasi altro bene o servizio. Questa decisione è stata interpretata anche come un colpo di coda alle agevolazioni previste dalla legge 212/2000, che aveva stabilito una disciplina transitoria per le prestazioni e le forniture erogate ai militari esteri in regime di esenzione IVA. La sentenza della Corte Suprema ha destato reazioni anche tra i vertici delle FFAA, che hanno sollecitato chiarimenti sugli eventuali sviluppi pratici della decisione, per assicurare la piena e tranquilla attuazione degli impegni internazionali. L’importanza della sentenza va oltre il suo aspetto tecnico e riguarda l’impatto generale che avrà sulla gestione delle forniture alle forze armate straniere in Italia, mettendo in risalto la questione aperta della compatibilità tra esenzione fiscale e acquisti dei soldati.