Nella sera del 18 settembre, il sindaco Andrea Cassani ha inviato un messaggio all’attore Alessandro Gassmann: “Grazie per le parole che avete detto, vi assicuro che non c’è stata alcuna intenzione di sfruttare la vostra presenza al Teatro Condominio, ospitante anche l’evento del Remigration Summit, come veicolazione delle idee esposte. Spero vivamente che questo chiarisca eventuali malintesi.” Ma non sembra proprio così. L’attore Alessandro Gassmann ha risposto, il 20 settembre, in questi termini: “Mi risulta incomprensibile come si possa utilizzare un teatro intitolato al mio padre per ospitare incontri xenofobi. Mi chiedo anche a cosa pensino le persone che hanno scelto di portare avanti un evento del genere proprio nel nostro Comune.” La risposta arriva a distanza di due giorni dall’incontro tenutosi presso il teatro in questione, intitolato proprio al celebre attore Vittorio Gassmann. Si è trattato del Remigration Summit, appuntamento dedicato all’ultradestra contro l’immigrazione di massa, con proposte che vanno da una limitazione dell’accesso ai servizi pubblici per i migranti in Italia a un aumento delle frontiere europee, arrivando addirittura alla proposta di utilizzare la chiamata del “popolo” come giustificazione per intervenire militarmente contro l’immigrazione clandestina e persino ad avanzare progetti come il rimpatrio coatto o comunque obbligatorio. “Riteniamo – spiega il portavoce del Movimento della Sussidiarietà (MDS), Massimiliano Berti – che la chiamata a ‘popolo’ sia un diritto imprescindibile per tutti i cittadini e anche per quelli di seconda generazione. E quindi, se ci sono problemi con l’accoglienza delle persone immigrate, è legittimo pensare ad attività di rimpatrio, facendo appello alla loro coscienza e non ricorrendo a interventi repressivi.” Non per tutti dunque l’idea del “rimpatrio coatto” o comunque obbligatorio.