Andrea Sempio, al centro dell’indagine per la tragica scomparsa di Chiara Poggi, si trova a un bivio cruciale che investe anche la sua strategia difensiva.
La scelta di Massimo Lovati come legale, e le successive dichiarazioni rilasciate quest’ultimo a “Corona”, hanno generato un’onda di polemiche che ora richiedono una ponderata riflessione da parte dell’indagato.
L’incontro, durato diverse ore, si è svolto in un’atmosfera apparentemente distesa, smentendo le narrazioni sensazionalistiche che avevano preannunciato scontri o attriti.
Sempio ha descritto il dialogo come un’analisi retrospettiva complessa, che ha toccato ogni fase dell’inchiesta, dagli albori del 2016 fino alle recenti e delicate evoluzioni.
È stata una disamina approfondita non solo dei fatti accaduti, ma anche delle interpretazioni giuridiche e delle possibili vie d’uscita.
La decisione di Sempio di prendersi un periodo di riflessione sottolinea la delicatezza del momento.
Non si tratta di una semplice valutazione professionale, ma di una scelta strategica che inciderà profondamente sul corso della vicenda.
L’indagato non intende semplicemente confermare o meno la fiducia in un avvocato, ma valuta attentamente la *visione* della difesa proposta, le modalità interpretative degli eventi e l’approccio complessivo alla ricostruzione della verità.
Questa pausa consente a Sempio di soppesare le implicazioni di un cambio di rotta, valutando se le idee e le prospettive di Lovati siano pienamente allineate con le sue esigenze e con la strategia difensiva più efficace per affrontare un’indagine così complessa e carica di elementi emotivi.
La questione non è meramente formale; si tratta di comprendere se l’avvocato sia in grado di rappresentare al meglio gli interessi dell’indagato, navigando un mare di speculazioni mediatiche e complesse implicazioni legali.
Il futuro del team difensivo resta quindi appeso a questa riflessione, in un contesto di profonda incertezza e intensa pressione mediatica.







