Un’operazione transnazionale di ingegnose proporzioni, orchestrata dalla Guardia di Finanza di Catania con il supporto cruciale delle unità provinciali di Gorizia e, in collaborazione internazionale attraverso Eurojust e l’Autorità giudiziaria rumena, ha portato al sequestro preventivo di beni riconducibili a Fabio Lanzafame, figura chiave di 53 anni, già divenuto collaboratore di giustizia.
L’ammontare dei beni intercettati, stimato in circa 40 milioni di euro, rivela la portata di una strategia di riciclaggio e occultamento di capitali presumibilmente derivanti da attività illecite.
Lanzafame, precedentemente condannato a una pena detentiva complessiva di circa sette anni per una serie di reati finanziari e di associazione a delinquere, è sospettato di aver agito come ponte tra il mondo criminale organizzato e il florido settore del gaming online, con evidenti collegamenti con le famiglie mafiose Santapaola-Ercolano e Cappello-Bonaccorsi.
La sua condanna precedente lo aveva visto accusato di aver organizzato un’associazione dedita a pratiche di gioco d’azzardo illegali, truffa aggravata ai danni dello Stato, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio e riciclaggio di capitali, con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione mafiosa.
L’operazione si è concentrata sulla ricostruzione di un complesso sistema di intestazioni fittizie e schemi finanziari opachi, utilizzati per dissimulare la vera natura dei proventi illecitamente accumulati.
Il provvedimento di prevenzione ha interessato un ventaglio eterogeneo di attività: venti esercizi commerciali, di cui dodici operanti in Italia e otto all’estero, prevalentemente nel settore dei giochi d’azzardo e del settore immobiliare, 89 beni immobiliari localizzati sia in Italia che in Romania, due autovetture di lusso, venti conti correnti bancari e ingenti somme di denaro contante.
La gravità delle accuse risiede nella presunta capacità di Lanzafame di aver creato un canale preferenziale per l’infiltrazione di Cosa Nostra catanese e del clan Cappello-Bonaccorsi nel mercato del gaming online.
Si sospetta che, attraverso l’acquisizione di licenze e autorizzazioni necessarie per l’apertura e la gestione di sale scommesse e attività commerciali, abbia deliberatamente creato le condizioni per l’ingresso di organizzazioni criminali in un settore economico in forte espansione, compromettendo l’integrità del mercato e alimentando il riciclaggio di denaro sporco.
L’attività d’indagine, promossa dalla Procura di Catania, ha portato il Tribunale a disporre il sequestro preventivo, un atto volto a scongiurare il pericolo di dissipazione del patrimonio illecito e a garantire la possibilità di una futura confisca a favore dello Stato.
L’operazione evidenzia la crescente sofisticazione delle tecniche utilizzate dalle organizzazioni criminali per occultare i proventi delle loro attività illecite e l’importanza di una cooperazione internazionale sempre più stretta per contrastare efficacemente il fenomeno del riciclaggio di denaro sporco e dell’infiltrazione mafiosa nell’economia legale.





